mercoledì 30 agosto 2023

Di necessità,virtù

 

Di necessità,virtù.

Inutile rimanere perplessi o resistere di fronte a certe posizioni culturali che quotidianamente sorgono nella società, in tutti i campi del vivere civile. Si finirebbe con l’essere considerati retrogradi, razzisti, o peggio ancora fascisti. Conviene piegarsi alle novità, anche se poco o per nulla gradite, rientrando nei ranghi di che queste novità vuol affermare. E così occorre accettare che uno studente malmeni, verbalmente o fisicamente il proprio insegnante; che chi non può progredire, usi l’utero in affitto; che sulla carta d’identità sparisca il genere; che la famiglia per chiamarsi tale non richiede la presenza di un padre e di una madre; che la croce è un simbolo divisivo; che il congiuntivo va a farsi benedire. Insomma occorre accettare il principio che la luna è la luna e le sue fasi lunari, un particolare senza senso. La vita è un continuo divenire, uno scorrere senza fine, un nascere e morire, un accettare tutto e il contrario di tutto. Un dinamismo culturale, secondo cui non esiste una cultura superiore alle altre, ed è quindi necessario sviluppare un atteggiamento di rispetto nei confronti di ogni tipo di cultura e di condotta. Da qui la necessità di accettare l’utero in  affitto, la negazione del genere, due genitori dello stesso sesso, l’abbandono del congiuntivo e persino l’aggressione  verbale o fisica di un insegnante. Ciò che per secoli è stato ritenuto una certezza va rinnegato, per fare posto a una nuova ideologia, il permissivismo, ossia a tollerare, senza condizioni, ogni libertà di comportamento, che in pratica si traduce in un suicidio culturale. In queste condizioni si giustifica il nove in condotta allo studente che ha ferito l’insegnante,in nome di una coerenza che nei fatti,piaccia o no, deve trovare la sua corrispondenza. Di tutto questo andiamo fieri.

 

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