sabato 15 febbraio 2014

sabato 25 gennaio 2014

Linguaglossa: I segni della natura.


Linguaglossa: I segni della natura

La natura non fa nulla per nulla. Basta saperne interpretare i segni, talvolta arcani, ma che il trascorrere del tempo impietosamente svela. Prendiamo, per esempio, Linguaglossa quale appare nella pianta topografica urbana. La pianta ha col tempo assunto la forma di una tartaruga. Un segno del destino o più semplicemente frutto del caso? Un tempo i greci presagivano il futuro attraverso i vati che leggevano il volere degli dei. Spettava a essi iniziare o non una guerra o dirigere il corso di un evento. Oggi il destino di un territorio e dei cittadini che lo popolano non è prerogativa dei vati, ma del potere con le sue scelte politiche ed economiche. Lo sviluppo di Linguaglossa, negli ultimi tempi, è rappresentato dalla sua pianta topografica che ha nella sagoma della tartaruga la sua eloquente espressione, simbolo di una movenza lenta e di un’economia stagnante. Volere degli dei o colpa degli uomini? Il tempo dei vati è finito. Oggi il destino di una città si consuma dentro le stanze del potere o passa attraverso le azioni concrete dei cittadini. Un tempo quando i nostri padri fondarono la città di Linguaglossa, effigiandola dell’emblema dell’aquila, che rappresenta la potenza, la luce, col suo librarsi, libera, nel cielo, la vollero, “dilecta et integra”. Cosa resta oggi dei suoi attributi e del suo regale, antico stemma? Linguaglossa ha sicuramente saputo conservare la sua originaria definizione di “civitas dilecta et integra”, ma ha perso il privilegio di effigiarsi dell’antico stemma, mutuandolo con l’emblema della tartaruga, racchiusa nel suo guscio e come essa incapace di aprirsi al mondo per conseguire i suoi obiettivi, che sono tanti e a portata di mano, ma che la corazza dell’individualismo egoistico vanifica. Saro Pafumi