domenica 5 giugno 2022

Il turismo s'inventa

 

Il turismo s’inventa.

Spesso mi chiedo: cosa facciamo noi cittadini per il nostro paese? Ben poco, a onor del vero, perché navighiamo tra pensieri, ansie, affanni quotidiani che distolgono la nostra attenzione dai problemi della collettività. Quando lo facciamo è per lanciare critiche contro questo o quello, senza purtroppo portare alcun contributo al miglioramento del proprio paese, inteso come “il cortile” entro cui viviamo e operiamo. Proviamo ad azzardare qualche proposta per Linguaglossa, il mio paese, che, a mio parere, soffre d’un elevato deficit d’attenzione, prova ne sia che in questa località “non succede nulla” nel senso letterale del termine, il che significa che galleggiamo su una realtà stagnante. Qualcuno, nel passato, ha provato a tirarci fuori da questa palude inventandosi feste (quella dell’Etna, di felice memoria) o iniziative (murales) che nel tempo e col tempo hanno trovato la disattenzione di chi queste iniziative doveva proseguire. Un paese ha necessità di “vivere”, possibilmente distinguendosi dagli altri, specie in un’epoca in cui le altrui iniziative sono numerose e in qualche caso anche pregevoli. Distinguersi significa costruire una propria identità: un obiettivo raggiungibile. La creazione di fontane artistiche (luminose, danzanti, gioiose, colorate, simboliche e persino metaforiche) nelle principali piazze del paese potrebbe, per esempio, essere un’iniziativa utile per richiamare attenzione e visitatori, grazie a qualche festa in meno e un po’ di fantasia in più. Una caratteristica che adeguatamente sponsorizzata, dovrebbe rappresentare l’identità del paese. La realizzazione di fontane artistiche non è costosa e ha il pregio di rimanere nel tempo. Le piazze, perduta la loro antica funzione di “agorà”, vanno valorizzate turisticamente e le fontane sono il veicolo per promuovere un certo tipo di interesse turistico. Poiché mi piace entrare nel concreto informo che esiste lo studio ed anche il bozzetto di una fontana- metafora, realizzata da un noto artista linguaglossese “doc” disponibile a contribuire con la sua arte alla sua realizzazione. Se l’amministrazione comunale è interessata al progetto batti un colpo. Quello che può sembrare un sogno, talvolta è realtà nascosta. 

 

 

sabato 4 giugno 2022

Linguaglossa - A Piano Provenzana ancora non si costruisce

A Piano Provenzana ancora non si costruisce.

 

I motivi del ritardo? La solita burocrazia. Ormai, quello della burocrazia è un ritornello che si porta cucito addosso come un vestito Questa verità di facciata, confessiamolo, non convince nessuno: non gli stessi attori o protagonisti della ricostruzione (Enti, Comuni, Società, privati interessati), né la popolazione di Linguaglossa e ancor di più quell’innumerevole schiera d’appassionati, operatori turistici e commerciali che sperano nella montagna. Molti anni sono trascorsi dagli eventi calamitosi del 2002: un’eternità! Risultato: la neve continua a cadere candida coprendo il nulla. Molti anni sono trascorsi: le carte continuano a svolazzare tra un Ufficio e l’altro, come foglie morte sospinte dal vento dell’incuria. Molti anni sono trascorsi: i fatti sono parole; le idee, speranze; le promesse, lusinghe. In una mia pubblicata sull’argomento avevo scritto: Uscire dall’ambiguità. Il messaggio non è stato accolto, né poteva esserlo, perché giocare a carte scoperte, non è diplomatico. Nella ricostruzione di Piano Provenzana, perciò, ha fatto capolino il politichese, il messaggio cifrato o se volete il gioco del cerino. Di questo si tratta.
“La ricostruzione” è diventato un gioco. Tra temporeggiamenti, rimbalzi, ricatti, tentennamenti, interessi, economia e politica “la burocrazia” è un jolly che ciascuno spende al momento opportuno. La burocrazia non è solo pedanteria delle forme, eccesso di potere; è anche tattica, temporeggiamento, sfiancamento, che in gergo militare si definisce “guerra di logoramento”. Nella ricostruzione di Piano Provenzana “le parti” si fronteggiano. E mentre “le parti” si studiano, il tempo passa. Intanto, l’Etna ribolle nervosamente. Delusa delle defatiganti azioni umane o perché smaniosa di colpire chi la priva del richiamo del suo fascino?
Attenti, operatori, promotori, attori e registi di questa ricostruzione-farsa: non giocate con i tempi perché l’Etna ha i suoi cicli, ed è imprevedibile. Se passa troppo tempo dalla progettata ricostruzione, un suo risveglio non è detto che non azzeri anche la speranza. Sono trascorsi troppi anni: un’eternità. Il vulcano, intanto, rumoreggia. Sono segnali di pace o di guerra?

 

Scene di vita quotidiana

Scene di vita quotidiana

Non se a qualcuno è capitato di chiedere, in un paese poco conosciuto dove si trovi una certa via. Se a fornire le indicazioni sono molti, ognuno partecipa coralmente all’indicazione dell’informazione richiesta e ciascuno, com’è ovvio, fornisce ragguagli in base al proprio convincimento. Si sente il primo che consiglia di girare a sinistra, il secondo di andare a destra e il terzo di ritornare indietro, imboccando la rotonda che lo conduce più speditamente.
Le voci, com’è naturale, si sovrappongono e a ogni precisazione si è costretti ad ascoltare ora il primo, ora il secondo interlocutore, annuendo di continuo, consapevole di non avere capito nulla riguardo alla direzione da prendere.
Più confuso che persuaso risalgo in auto, innesto la marcia, avendo cura di guardare nello specchietto retrovisore, con la speranza, senza essere visto, d’incontrare la persona giusta che mi possa meglio ragguagliare Breve sosta, veloce discesa del vetro del finestrino e la solita domanda: “ scusi, mi sa dire dov’è la via……….” “ Mi spiace, sono straniero”. Altra corsa, altra sosta, solita domanda, solita risposta: “ Sono straniero”. A questo punto mi viene il dubbio di avere sbagliato nazione. Che fare? Ritornare al gruppo di prima equivale a confessare di non avere capito niente, continuare a girovagare non fa approdare a nulla. Ecco che la soluzione si appalesa improvvisa, quanto fortunosa: Un’auto dei VV. UU. s’intravede in lontananza. Un sospiro di sollievo mi rallegra il viso. “ Scusi mi sanno dire dov’è la via……. Risposta : “ Cerca qualcuno?” “Si, il sig, Cafiero”. “ Cafiero……, Cafiero!?. ribatte il vigile, rivolto al collega. Questi, di rimando: “ Vuoi vedere che cerca “stampafanciuli”, quello che si è separato dalla moglie, ha sei figli e non le dà il mantenimento? Ci segua, andiamo proprio da lui a notificargli un avviso”.
“Che fortuna che “stampafanciulli” si sia separato dalla moglie, ha sei figli e non le dà il mantenimento”, penavo tra di me, mentre seguivo l’auto dei Vigili, Altrimenti, come avrei potuto trovare il sig, Cafiero?