A Piano Provenzana ancora non si costruisce.
I motivi del ritardo? La solita burocrazia. Ormai, quello
della burocrazia è un ritornello che si porta cucito addosso come un vestito
Questa verità di facciata, confessiamolo, non convince nessuno: non gli stessi
attori o protagonisti della ricostruzione (Enti, Comuni, Società, privati
interessati), né la popolazione di Linguaglossa e ancor di più
quell’innumerevole schiera d’appassionati, operatori turistici e commerciali
che sperano nella montagna. Molti anni sono trascorsi dagli eventi calamitosi
del 2002: un’eternità! Risultato: la neve continua a cadere candida coprendo il
nulla. Molti anni sono trascorsi: le carte continuano a svolazzare tra un Ufficio
e l’altro, come foglie morte sospinte dal vento dell’incuria. Molti anni sono
trascorsi: i fatti sono parole; le idee, speranze; le promesse, lusinghe. In
una mia pubblicata sull’argomento avevo scritto: Uscire dall’ambiguità. Il
messaggio non è stato accolto, né poteva esserlo, perché giocare a carte
scoperte, non è diplomatico. Nella ricostruzione di Piano Provenzana, perciò,
ha fatto capolino il politichese, il messaggio cifrato o se volete il gioco del
cerino. Di questo si tratta.
“La ricostruzione” è diventato un gioco. Tra temporeggiamenti, rimbalzi,
ricatti, tentennamenti, interessi, economia e politica “la burocrazia” è un
jolly che ciascuno spende al momento opportuno. La burocrazia non è solo
pedanteria delle forme, eccesso di potere; è anche tattica, temporeggiamento,
sfiancamento, che in gergo militare si definisce “guerra di logoramento”. Nella
ricostruzione di Piano Provenzana “le parti” si fronteggiano. E mentre “le
parti” si studiano, il tempo passa. Intanto, l’Etna ribolle nervosamente.
Delusa delle defatiganti azioni umane o perché smaniosa di colpire chi la priva
del richiamo del suo fascino?
Attenti, operatori, promotori, attori e registi di questa ricostruzione-farsa:
non giocate con i tempi perché l’Etna ha i suoi cicli, ed è imprevedibile. Se
passa troppo tempo dalla progettata ricostruzione, un suo risveglio non è detto
che non azzeri anche la speranza. Sono trascorsi troppi anni: un’eternità. Il
vulcano, intanto, rumoreggia. Sono segnali di pace o di guerra?
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