Anche gli alberi hanno eredi
Le palme delle piazze di Linguaglossa, a causa del punteruolo rosso, sono morte, tagliate e sepolte.
Oltre al dispiacere della cittadinanza per la “dipartita” di questi esemplari che ci hanno visto nascere, crescere e in taluni casi anche morire, non si coglie alcun altro fremito nell’animo di noi linguaglossesi.
È come se celebrato il funerale di un nostro caro parente o amico e versato “lacrime di circostanza” ci siamo rassegnati all’ineluttabile distacco.
Se ciò è vero per un amico o parente che la morte non potrà mai restituirci, lo stesso non può dirsi delle palme, che ben possono essere rimpiazzate da altre piante.
Piantarne altre sarebbe come assistere a nuovi parti; vederle crescere e accompagnarle all’età adulta un nostro quotidiano piacere; goderne la loro compagnia, una soddisfazione dell’intera collettività.
Avremo qualcosa da tramandare ai nostri figli e nipoti, né più né meno come in nostri padri hanno fatto con noi. Sarebbe perciò opportuno e saggio raccogliere questo “testimone” per consegnarlo ai nostri eredi.
Le piante per loro fortuna non hanno la stessa identità che caratterizza le persone. Sono fungibili e talvolta possono riservare nuove, più entusiastiche soddisfazioni.
Non dimentichiamoci che anche gli alberi hanno eredi, come avviene in ambito umano. Sarebbe auspicabile che l’amministrazione comunale tenesse conto che nel mondo vegetale è possibile la “reincarnazione” e la cittadinanza non si rassegnasse all’ineluttabile. Per fortuna in natura c’è chi non muore: le vecchie, amiche palme che adornavano le piazze a Linguaglossa.
Rimpiazziamole, per favore, cerchiano i loro eredi e adottiamoli come i nostri padri hanno fatto con le loro madri.
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