Troppo modesto
il tributo elargito a Linguaglossa al Preside Barletta in occasione delle
cerimonie del Santo patrono.
In occasione del
concorso ‘Poesie insieme’, edito a Linguaglossa da Unitre, è stato consegnato
al preside prof. G. Barletta un medaglione commemorativo dell’eruzione del
1923, come premio per i suoi dieci anni di presidenza dell ’Ente. Poco,
rispetto alla sua intensa, pluriennale attività didattica e letteraria. Un
compito, che per un figlio migliore, spetta al Comune di Linguaglossa,
irragionevolmente assente. Il preside Barletta ha segnato la storia politica,
scolastica e letteraria di questo nostro Comune. Molte le sue opere che
s’ispirano all’amore verso Linguaglossa, oltre alla sua tenace volontà
dell’istituzione della Scuola media. Voluta e realizzata. grazie allo stesso,
oggi intestata a S. Calì. E' soprattutto per la sua carriera politica che
l’illustre preside va ricordato. Memorabili le sue battaglie assieme all’amico/
avversario S. Cali. Due stili diversi di interpretare la politica e l’eloquenza.
Il nostro, con quella sua travolgente oratoria, dove i calcolati, sapienti toni
alti e bassi del discorso cesellavano le parole, come ricami fioriti di un’arte,
in cui era ed è unico maestro, molto apprezzata a quel tempo, oltre che da una
parte politica, da chi aveva un minimo di cultura, per i suoi richiami aulici
alla lingua italiana. Di contro il Calì, che con la sua oratoria popolana e popolare,
alternando richiami dialettali e regalando colorati epiteti agli avversari,
conquistava l’animo più genuino del popolo. Alla fine di queste tribune
elettorali, veri, memorabili duelli verbali, impossibile dire chi fosse stato
il vero trionfatore. Ancora oggi il Barletta coltiva l’arte oratoria nelle
forme politica/rievocativa, letteraria ed epidittica. Ne sono testimonianza i
numerosi convegni, tenuti nei teatri, nelle sale parrocchiali o di conferenza,
dove la sua voce limpida e cristallina, nonostante l’età, conserva la
freschezza giovanile di un tempo: una vera orchestra sonora che fa vibrare i
vetri e tremare l’anima. Nella storia di un paese, un personaggio valido, come
il Barletta, entra dalla porta principale. Quella porta che a Linguaglossa non
si è ancora aperta, perché qui vige l’assurda regola che il riconoscimento
dovuto a un figlio emerito va tributato dopo “ l’inevitabile”, che ci auguriamo
il più lontano, a meno di non volere scegliere la strada dello “strisciamento”
verso il potere politico del momento. Un atteggiamento lontano mille miglia dal
carattere fermo e autorevole del personaggio. Non c’é dunque che aspettare. Un’attesa
che la popolazione vive come propria vergogna.
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