Due vite appena sfiorate
Era una di quelle tiepide mattine di primavera, in cui la scuola aveva deciso di fare vacanza. La classe era mista, un primo esperimento di promiscuità, che doveva aprire lo spazio ad altre esperienze similari e insieme l’inizio di una nuova moda: chiamare i compagni di scuola con nomi abbreviati. A quei tempi nei piccoli paesi le passeggiate scolastiche primaverili avvenivano all’insegna del risparmio. Un vicino campo, rallegrato da fiori primaverili, era il posto ideale per trascorrere una mattinata di gioia. Ter e Giò camminavano appaiati, a testa bassa, attenti a scrutare la bellezza del sito, brillante di variopinte, fiorite margherite. D’un tratto come sospinti da qualcosa che entrambi avevano notato, si fermarono, appaiando le mani per raccogliere lo stesso fiore: una viola mammola che col suo smagliante blu, svettava tra le tante bianche margheritine. Un senso d’innata complicità, quel gesto, che univa due stesse sensazioni. Poi furono gli sguardi a incrociarsi, forse in cerca di una fisicità che stentava a manifestarsi. Fu Giò a raccogliere per primo quel fiore e donarlo a Ter, non prima di averlo annusato per rubargli il profumo. Un odore, quello della viola mammola, che presto si dissolve e svanisce per poi imprimersi nella memoria. . A lui bastava conservarne il profumo, per immortale quel giorno, che doveva essere l’inizio di una storia d’amore. Nei giorni che seguirono le loro vite s’intrecciarono sempre di più, fino a sfociare in un verde idillio amoroso. A sedici anni, quanti ne avevano Ter e Giò, l’amore ha il profumo della speranza. E’ come un fiore di bucaneve che sboccia nell’erba ancora gelata: gli anni acerbi dei due innamorati. Poi la vita scelse per loro un diverso destino. Ter rimase legata al suo Sud, mentre Giò preferì il Nord, trascinato dalla voglia di lavoro. Col tempo nacquero due famiglie, ma mai il loro incipiente, incompiuto amore si spense. ‘Talvolta, complice un compiacente destino, due vite s’intrecciano e s’aggrovigliano. In un eterno dolce, indissolubile nodo’.Ter e Giò non finirono mai di scambiarsi segreti messaggi d’amore. Le loro vite appena sfiorate, ferme a quella lontana mattina di primavera, erano rimaste su quel prato, tra bianche margheritine e una viola mammola in mano.
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