mercoledì 13 settembre 2023

L'olmo e la vite

 

L’olmo e la vite.

L’olmo mal sopportava la vite, che gli stava accanto, prostrata ai suoi piedi. La vedeva, striminzita e insignificante, forse anche insolente. Non una parola, né uno sguardo. Solo nelle giornate uggiose, immerso nel silenzio di un orizzonte grigio e nebbioso, vedendo la pioggia cadere, riusciva a dialogare, per soddisfare il suo narcisismo, ora che la sua maestosa bellezza non poteva ad alcuno mostrare. Nel resto dei giorni la copriva d’ombra e d’insulti, per farla apparire piccina e obbediente. La vite non reagiva a tanta arroganza. Ricordava all’olmo, con un leggero respiro, che la sua presenza, così vicina, serviva a esaltare la sua maestosa chioma. L’olmo faceva spallucce e con lo sguardo difettivo dell’Io, quasi ignorandola, rispondeva che aveva ben altri meriti di cui vantarsi. Diceva che sotto la sua chioma aveva ristorato oltre cento cavalieri dalla calura, come in quell’epica battaglia, che la storia ricorda. “Io non mi posso fregiare di siffatto merito”, rispondeva la vite, “ma spesso ho dissetato, col mio dolce nettare, qualche viandante smarrito e affamato”. Ne era passato di tempo da questi discorsi pieni d’accuse e rancori. Ora la vite da barbatella, era diventata una giovane rigogliosa pianta, che avvertiva dentro di se il vento del tormento, che il cuore le riscaldava, come una donzella che aveva scoperto la maternità e guardava con rinnovato interesse quell’olmo che le stava accanto. Fu in una tiepida giornata di primavera, quando il sole lascia il suo letargo invernale, che lei si decise, timida e silenziosa, ad allungare i suoi tralci, turgidi, come seni gonfi d’umore e in preda a un'irrefrenabile smania amorosa, stenderli pudicamente, fino al lambire l’ombelico dell’olmo, per fargli sentire il suo abbraccio lussurioso. All’olmo piaceva quella vellutata carezza, che avvolgeva le sue membra. Gli procurava un piacevole tormento, che lo liberava dalla sua insolente superbia. Talvolta anche tra i sassi nasce un fiore, come da quel cuore di pietra dell’olmo: un sospirato sodalizio, metamorfosi di una moderna unione, che doveva ispirare poeti e scrittori. Or saluto la vite che abbraccia l’olmo e non mi chiedo a chi giovi quel gesto amoroso: se all’umile vite che insegna l’amore o al suo compagno, che, or rinsavito, con la sua ombra silente, ferma i passi dello stanco viandante.

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