domenica 17 settembre 2023

Senza titolo

 

 Senza titolo

Di solito la notte porta consiglio e così spronato da questo ‘lume notturno’, ho cercato di capire quale possa essere il contenuto più appropriato di una lettera, che, di solito, si spedisce a questa Rubrica, per vederla pubblicata. Dopo un ventennio di collaborazione, durante il quale sono state pubblicate moltissime mie lettere, sono giunto alla conclusione che il tema più gradito alla Rubrica deve avere per contenuto una lamentela, tant’è che la Rubrica si dovrebbe intitolare “Il lamentario”, come affettuosamente la definiamo noi aficionados.Non ho nulla contro le lamentele,sono parte preponderante della vita. Gli è che sono di solito invocazioni inutili, ripetitive,per nulla raccolte da chi di dovere,noiose a leggersi, con l’amara constatazione che si disperdono in un oceano d’indifferenza generale. A chi importa la segnalazione che in una determinata via la spazzatura non è raccolta, se è tutta la città soffocata dalla monnezza? Poiché è una lamentela, rientra nei canoni della Rubrica. Si passa da una lamentela all’altra, finendo col divenire un canto corale: ”Il lamentario”.In un’epoca in cui ‘Il lamento’ è l’inno nazionale del Paese,la nostra beneamata Rubrica lo diffonde in tutte le salse. Non sarebbe auspicabile un diverso approccio col pubblico, spronandolo al racconto di cose concrete e positive, premiando quel tipo di pubblicazione che fa riflettere ? Abbiamo tanto bisogno di pensare. Lasciamo il lamento a chi vuole piangersi addosso, che è l’attività più insulsa che possa capitare a una persona.  A proposito ho il mignolo della mano sinistra che mi fa male. Ho bisogno di un farmaco, ma nonostante paghi le tasse, devo pagare il ticket .Capisco che con questa lamentosa battuta ironica, mi gioco la mia ventennale collaborazione con la Rubrica. Ormai sono entrato nella fase della quiescenza, consapevole che i miei scritti trovano posto solo in pubblicazioni, che interessano solo la mia biblioteca privata,l’unica sede,dove la passione dello scrivere,che mi brucia dentro, trova la sua giusta collocazione. 

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