Riflessioni e sfogo di un lettore sulla crisi
del quotidiano La Sicilia.
Come
affezionato lettore sento il dovere di dire la mia sulla crisi in atto di
questo quotidiano, che, da sempre, è stato saggio veicolo di conoscenza della
cronaca siciliana e oltre, senza mai chiedere, cosa più unica che rara,
contributi pubblici, che a certa editoria spettano di diritto. Premetto che
come lettore e cittadino, poco conosco delle vicende giudiziarie che hanno
riguardato il quotidiano, sfociate in un provvedimento di commissariamento, che
tuttora persiste. Da quanto si è potuto capire, date le poche notizie che
trapelano sull’argomento, pare, se non erro, che l’imputazione attribuita alla
proprietà del quotidiano sia, in sommi capi, quella di avere tenuto nei
riguardi di un settore della nostra comunità isolana, una condotta
‘prudentemente equivoca’, tale da far nascere in certi Organi dello Stato, il
sospetto di una certa ‘contiguità’o ‘colposa distrazione’ con un segmento
innominabile del nostro consorzio civile. Da qui il commissariamento, con i
risultati che seguono: il disfacimento di questa ‘veicolo culturale’. Conseguenza
prevedibilissima, perché in tutti in casi in cui la gestione di qualsiasi
azienda è affidata a Commissari, la sorte è sempre la stessa: il definitivo
collasso. Ecco che a questo punto nasce spontanea una domanda. Perché tanto
tempo a definire le sorti del processo che riguarda ‘il Quotidiano?’ E come
corollario: non è più delittuosa la condotta di chi volutamente ritarda la
definizione del processo? Forse, se una certa ‘intelligentia’ nostrana voleva
la trasformazione della linea editoriale del quotidiano, amputando la testa di
chi ne era al vertice, che da sempre ha seguito una condotta editoriale, improntata
a prudenza e saggezza, peraltro condivisa da illuminati, competenti direttori
di testata, alternatisi nel tempo, c’è magistralmente e direi vergognosamente riuscito.
Con quali mezzi? Quelli di sempre: la lungaggine dei processi, che, costi quel
che costi, deve superare l’arco di vita di chi né é vittima, trascinando in
questo massacro umano e culturale, proprietà, giornalisti, maestranze e lettori.
Un esempio di chi nel perseguire un reato, si macchia di uno più grave: la
dolosa paranoia, che lo caratterizza. Auguri al nuovo Editore che nascerà,
comprensione, tanta, in particolare al fu Editore e solidarietà a giornalisti, maestranze
e lettori, vittime di questa triste telenovela dall’ammaro, risaputo sapore
italianissimo.
Nessun commento:
Posta un commento