martedì 5 settembre 2023

Riflessioni e sfogo di un lettore sulla crisi del quotidiano La Sicilia

 

Riflessioni e sfogo di un lettore sulla crisi del quotidiano La Sicilia.

Come affezionato lettore sento il dovere di dire la mia sulla crisi in atto di questo quotidiano, che, da sempre, è stato saggio veicolo di conoscenza della cronaca siciliana e oltre, senza mai chiedere, cosa più unica che rara, contributi pubblici, che a certa editoria spettano di diritto. Premetto che come lettore e cittadino, poco conosco delle vicende giudiziarie che hanno riguardato il quotidiano, sfociate in un provvedimento di commissariamento, che tuttora persiste. Da quanto si è potuto capire, date le poche notizie che trapelano sull’argomento, pare, se non erro, che l’imputazione attribuita alla proprietà del quotidiano sia, in sommi capi, quella di avere tenuto nei riguardi di un settore della nostra comunità isolana, una condotta ‘prudentemente equivoca’, tale da far nascere in certi Organi dello Stato, il sospetto di una certa ‘contiguità’o ‘colposa distrazione’ con un segmento innominabile del nostro consorzio civile. Da qui il commissariamento, con i risultati che seguono: il disfacimento di questa ‘veicolo culturale’. Conseguenza prevedibilissima, perché in tutti in casi in cui la gestione di qualsiasi azienda è affidata a Commissari, la sorte è sempre la stessa: il definitivo collasso. Ecco che a questo punto nasce spontanea una domanda. Perché tanto tempo a definire le sorti del processo che riguarda ‘il Quotidiano?’ E come corollario: non è più delittuosa la condotta di chi volutamente ritarda la definizione del processo? Forse, se una certa ‘intelligentia’ nostrana voleva la trasformazione della linea editoriale del quotidiano, amputando la testa di chi ne era al vertice, che da sempre ha seguito una condotta editoriale, improntata a prudenza e saggezza, peraltro condivisa da illuminati, competenti direttori di testata, alternatisi nel tempo, c’è magistralmente e direi vergognosamente riuscito. Con quali mezzi? Quelli di sempre: la lungaggine dei processi, che, costi quel che costi, deve superare l’arco di vita di chi né é vittima, trascinando in questo massacro umano e culturale, proprietà, giornalisti, maestranze e lettori. Un esempio di chi nel perseguire un reato, si macchia di uno più grave: la dolosa paranoia, che lo caratterizza. Auguri al nuovo Editore che nascerà, comprensione, tanta, in particolare al fu Editore e solidarietà a giornalisti, maestranze e lettori, vittime di questa triste telenovela dall’ammaro, risaputo sapore italianissimo.

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