venerdì 1 settembre 2023

Il canto del cuculo

 

IL canto del cuculo.

Ogni anno attendo con piacere il ritorno del cuculo col suo monotono canto Mi ricorda la mia fanciullezza, quando, per alleviare la calura delle serate estive, immerso nel silenzioso mistero del buio, le trascorrevo disteso sul balcone ad ascoltare il cuculo, che aveva scelto il vicino campanile per deliziarmi del suo canto. Quello che poteva sembrare un canto triste e ripetitivo impregnava il mio animo di fresca levità. Era tanta la sua forza attrattiva, da impegnare la mia mente a calcolare la pausa tra un cu-cù e l’altro, riuscendo a prevenirne il suono, spesso sovrapponendo il mio, al suo cu-cù. Sé è vero che il cuculo canta in cerca d’amore, tra noi due si era stabilito un intreccio amoroso, impegnati l’uno a cercare l’altro. Si dice che quando il cuculo canta le cicale zittiscono e viceversa,perché entrambi del silenzio hanno fatto il loro regno,che sapientemente si sono ripartiti,mentre tutt’intorno il mondo dorme. Solo il contadino rimane sveglio per trarre dal suo canto gli auspici per il suo raccolto. Si crede, infatti, che se il suo canto provenga da est il segno è propizio, al contrario se proviene da ovest. Credenze popolari che nei segni della natura affondano le speranze di chi disperato resta, costretto a faticare nell’incertezza di un raccolto. Gratificato e sospinto da quel canto, col viso rivolto verso l’alto, sceglievo poi un angolo di cielo e cercavo di contare le stelle. Quella ricerca mi aiutava a sorreggere il tempo, liberandomi dalle fatiche giornaliere e dai pensieri, che offuscavano la mia mente. Ancora oggi nelle calde notti, quando cerco la serenità, il mio orecchio è teso alla ricerca del canto del cuculo, che mi rifà sentire giovane. Non conto più le stelle, ma ascolto l’eterno ticchettio del tempo, lento ma inarrestabile, sperando che io non sia, alla mia tarda età, l’ultima foglia secca e ingiallita, che lascia l’albero della vita, ma che possa rivedere, ancora una volta, il sorgere del sole.

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