Solo per fare chiarezza, a
proposito delle opere del maestro Vasta donate al paese.
All’Amministrazione precedente a quella Puglisi, il Maestro Vasta comunicò la sua volontà di regalare al Comune una cinquantina di sue opere. Gli amministratori del tempo risposero che per mancanza di spazio le sue opere avrebbero trovato posto nelle aule scolastiche. Il Vasta trovò la risposta al limite dell’indecenza, per cui la cosa non ebbe seguito. Conosciuta questa circostanza, contattai il Vasta perché rivedesse la sua proposta, avendo io, assieme all’amico dr. C. Vecchio, alias Sciara, contattato don.O.Barbarino, il quale si rese subito disponibile a ospitare le opere del Vasta nell’ex chiesa Sant’Antonio, sede ideale e consona all’importanza artistica del dono. Il Vasta ne fu entusiasta al punto di sottoscrivere un accordo, con la promessa dell’istituzione di un’apposita Fondazione allo scopo. Nel frattempo don O. Barbarino iniziò le pratiche con la Sovrintendenza per il relativo nullaosta, che prevedeva l’eliminazione di quell’orribile saracinesca e abbassarne l’altezza. Prescrizioni più che legittime che però non consentivano l’uso del sito ad accogliere la Vara ivi esistente. Una limitazione accolta con dispiacere da don. O. Barbarino, che incominciò a dimostrare una certa tiepidezza sull’iniziativa, peraltro non nata da una sua personale iniziativa. A questo punto don Barbarino parlò col prof, Castorina, sempre disponibile, come il patrono Sant’Egidio, a trovare una soluzione ai tanti problemi del paese, perché si desse all’interno della Casa San Tommaso una degna esposizione alle opere del Vasta, che generosamente finì con l’accettare anche questa proposta, certamente più riduttiva rispetto alla prima. Era l’unico tentativo di salvare le opere del Vasta e forse l’ultimo, perché intervenute ragioni di salute e familiari del Vasta, consigliavano una certa sollecitudine. Con l’avvento dell’amministrazione Puglisi, feci pressione all’assessore F. Malfitana perché si adoperasse a ospitare le opere nel Museo Messina/Incorpora, che ritenevo la sede più opportuna. Malfitana promise il suo interessamento e di ciò fu infornato il Vasta che ritenne la sede del museo più appropriata. A dire del Malfitana c’era però un ostacolo. Esisteva un accordo con la famiglia Incorpora sull’uso esclusivo del sito, se non erro fino a tutto il 2023 o 2024 (?). Intanto le opere erano salve, perché spedite dal Vasta al fratello Alfio. Adesso leggo che l’attuale amministrazione vuole esporle in mostra nel suddetto Museo Messina/Incorpora. Chiedo. Trattasi di una mostra temporanea o di un’ubicazione definitiva? Dal contenuto dell’informazione non è dato sapere. Un chiarimento sarebbe auspicabile, perché la tormentata vicenda del dono delle opere del Vasta a Linguaglossa, abbia una giusta fine. Rivolgo la domanda all’assessore alla cultura, se vorrà degnarsi di una risposta, che il paese da troppo tempo attende. Grazie
Nessun commento:
Posta un commento