Come si vive a Linguaglossa.
Di
mattina una capatina al bar. Una consumazione di tre euro zittisce la bocca e
lo stomaco. L’incontro con un amico, una pacca sulla spalla e la solita domanda:
” come si va? La risposta non interessa nessuno. Una passeggiata nel Corso è pane
quotidiano. Serve a tenersi informati sull’ennesimo negozio che chiude i
battenti. Dal balcone di qualche palazzo, pende uno sbiadito cartello, con lo
scritto SI VENDE. Un invito, una provocazione o un insulto alla povertà? E’
difficile sostituire chi prima ci abitava, in un paese dove si dice. “ Ammatula
ca ti vesti di ‘ Scarrata’, ca sempri fai fetu di lacciata”. Sulla scalinata di
Piazza Annunziata fanno sosta, uno per gradino, i soliti aficionados, quelli
che la colazione hanno consumato a casa. Sembrano vasi di terracotta, messì lì
ad asciugare. La conversazione è sempre la stessa: il ricordo dell’ultimo amico
scomparso o il traffico caotico nel Corso, ciascuno con la propria ricetta per
risolvere il problema. La più gettonata: la circonvallazione Se ne discute da
mezzo secolo. E’ quasi diventato un problema di fede. L’amministrazione tace. Ha
altri problemi cui pensare: il bilancio comunale che non si riesce ad approvare.
Il solito cappio che immobilizza l’Amministrazione. Coloro che siedono al
comando del paese ostentano ottimismo e certezze. Le uniche certezze che hanno
trovato una spiegazione sono quelle proprie di un'utile sistemazione. Quando la
discussione verte sull’inutilità, qualcuno abbandona il gruppo e se ne va. LO
stomaco reclama. E’ già mezzogiorno, le strade si spopolano. Fino alle sedici
si sonnecchia sul divano di casa. La digestione è lenta, come il cervello che
non riesce a pensare. Nel pomeriggio riprendono le lamentose litanie della
mattinata. Il cartello si vende è sempre là, più sbiadito che mani. qualche
negozio non fa orario pomeridiano, qualcun altro ha la saracinesca abbassata.
All’interno si muove qualcosa. E’ un artigiano, che, dismessa la propria
attività, preferisce lavorare in nero. Molti si chiedono perché il negozio
di……ha chiuso i battenti. Il titolare ha deciso di fare il bidello. Lo
stipendio è certo, e si è impegnati solo a metà.Nel tempo libero si aggiunge al
gruppo che sosta sulla scalinata , dove si discute di niente. Che è la migliore
cosa per passare la giornata. Il giorno è finito,si ritorna a casa,dove i
pensieri riposano sul divano. Solo il rumore dei piatti e delle posate mi ricordano
che sono vivo a metà.”Dopotutto, domani è un
altro giorno." diceva Rossella O’Ara in Via col Vento.
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