mercoledì 6 settembre 2023

L'intercalare

 

L’intercalare

 

 

Capita spesso d’ascoltare persone che per abitudine infarciscono il discorso d’intercalari. Modi di dire, che col ragionamento non centrano nulla, anzi in qualche caso lo svuotano di significato  Gli intercalari sono “tic verbali” paragonabili a quelli nervosi come strizzare l’occhio, contrarre il labbro, arricciare il naso, battere le palpebre, aggiustarsi certi parte intime: segnali indicativi di un disagio fisico o psicologico. Abbondanti nel linguaggio parlato, spesso  caratterizzano le persone che li usano, fino a diventare segni caratteristici delle stesse, addirittura soprannomi.

“ all’atto pratico”, “ fittivamente”, “nsunmma”…, “ u capiu?” “tantu ppi diri” che tradotto, quest’ultimo in lingua italiana significa “grosso modo”.

 

Sentite questa::“ L’altro giorno ho detto a mia moglie, tantu ppi diri di chiedere a sua madre, se fosse disposta a prestarci cinquemila euro che le avremmo restituito, tantu ppi diri in un anno”, Nella frase riportata, l’intercalare ( tantu ppi diri) inopportunamente posizionato nel suo contesto svuota l’essenza del discorso facendo apparire incerto quello che certo dovrebbe essere. L’intercalare in questo caso è come la scolorina che cancella la parola detta.

Immaginiamo un tizio affetto da questo tic verbale pronunziare la frase di rito che si chiede di ripetere nei processi:  Giuro, tantu ppi diri, di dire la verità, tutta la verità, tantu ppi diri, nient’altro che la verità”. Potrebbe il tizio affermare qualunque dichiarazione perché non ha fatto alcun giuramento vincolante. L’intercalare in certi casi è usato psicologicamente come un paracadute 

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