Il destino da
scegliere e gli incontri per la vita.
Non rinnego nulla della vita, vorrei solo che fossi io a
scegliere il mio destino. Una forza che esiste e ci trascina spesso, nostro malgrado,verso
orizzonti inaspettati. Un groviglio di occasioni, il destino, fatto d’incontri,
occasioni, circostanze, di solito casuali, nemmeno voluti, che si maturino,
fuori di noi e fondamentali per la nostra vita. Ciò che fa la differenza in ciò
che ci accade, non sono le parole, ma le virgole, i particolari di cui si
colorano le nostre esistenze. Se quel giorno non fossi andato a quella festa,
non avrei incontrato la persona della mia vita; se non mi fosse piaciuto il
giallo, non sarei rimasto affascinato dal colore della sua camicetta. Di lei
non conoscevo la voce, né il carattere, ma mi è bastato un suo sorriso, più
eloquente di una dichiarazione d’amore, perché si accendesse in me il fuoco
della passione. Dettagli, si direbbe, insignificanti particolari, che, messi
insieme, formano il destino, amaro o dolce che sia, mai dipendente dalle nostre
azioni, che non è fatto di giorni, di mesi o di anni, ma di secondi, attimi
fuggenti. Ci s’incontra come estranei e si finisce di condividere una vita
insieme. Un incontro inaspettato, un lampo fulmineo, una stretta di mano, si
tramutano in eternità. Il destino è un vento soffice, ma così forte da
catapultarci sopra una realtà sconosciuta. La nostra vita è come un secchio appeso a una virtuale
carrucola, che in ogni istante affondiamo nel pozzo della vita. Quando tiriamo
su il secchio, non sappiamo se l’abbiamo riempito di fresca acqua o d’impurità Siamo in balia delle onde
del mare o artefici del nostro destino? E’ il dilemma che affronta Cesare Pavese nei suoi
dialoghi di Teucò ed è il dilemma di tutti noi, che ci accompagna per tutta la vita.
Pubblicata oggi 30.05.2024 su La Sicilia
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