lunedì 3 giugno 2024

Il Corpus Domini com'era e com'è

 

Il Corpus Domini com’era e com’è    

 

Ricordate le strade dei paesi, un tempo agghindate per la festa del Corpus Domini con fiori d’odorosa ginestra raffiguranti soggetti religiosi? Uno spettacolo di profumi e colori, ai quali qualche fedele aggiungeva, appesa al balcone, tra corone di luci, la più bella coperta della dote matrimoniale, quella che la madre aveva ricamato per anni, alla luce fioca di un lume a petrolio, da porre sul letto il giorno delle nozze e, dopo, ben stirata, ripiegata e custodita nella cassa del corredo tra le cose preziose.

Oggi, un po’ perché la fede scarseggia e il tempo corrode anima e cose, sono finite queste sacre rappresentazioni popolari e il Corpo di Cristo a volte transita per le vie dei paesi con pochi vecchi fedeli che sembrano schiere di deportati, Cristi anch’essi, zigzagando tra auto in sosta, mute spettatrici di una celebrazione che non le riguarda. Altri tempi. Oggi la frenesia dell’essere, lo sfrenato consumismo, l’esasperato individualismo, la brama dell’apparire indirizzano altrove i nostri interessi. Le nostre dimore non aspettano più il Corpo di Cristo, ma la scala di granito, la piscina in giardino, l’aria condizionata, il suv sotto casa E Cristo ripercorre, solitario e mesto le strade del paese non più come attore di una sacra rappresentazione, ma come figurante, mesta parodia di se stesso, tra disattenti residui di ciò che prima era una folla di fedeli preganti. E le preghiere in chiesa? Sbadigli che si disperdono nell’aria profumata d’incenso, ora che Cristo riposa sepolto dentro le nostre anime.

 

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