Oggi la vanità
indossa l’abito maschile.
Fino a qualche tempo fa la vanità era prerogativa dele donne, affette dalla curiosità che la distingueva nel suo genere, sempre proiettata a scrutare nelle altre le loro qualità: dal vestito, ai comportamenti, ai particolari. Un comportamento talvolta assillante, provocatorio e invadente dell’altrui modo di essere. Oggi questa prerogativa, tutta femminile, indossa l’abito maschile, se è vero che molti giovani sono affetti dalla stessa curiosità morbosa dell’altro genere, quando si confrontano con i propri simili. Un tempo il maschio non era attirato dal modo di vestire dell’amico, compagno o occasionale passante che incontrava. Oggi, al contrario, scruta, con maniacale curiosità, l’abbigliamento che indossa l’uomo che incontra, il prezzo di ogni accessorio, dall’abito alla camicia, alle scarpe, all’orologio, osservando la marca e il prezzo e in genere ogni indumento alla moda che indossa. Per non parlare dei profumi e delle creme, alla ricerca delle novità nel campo della bellezza in genere. Un comportamento effeminato che lo avvicina alla donna, nella ricerca spasmodica del particolare. Un’esigenza che nasce dalla voglia di ‘apparire’ abituato com’è l’uomo d’oggi a lavorare fuori di casa, a partecipare a convegni e riunioni e a viaggiare. Si restringono sempre di più i confini dell’abbigliamento uomo/ donna, divenendo sempre più fluidi, anche e soprattutto per l’incidenza degli accessori che hanno invaso anche il mondo maschile, come le borse unisex, sneakers e tote bag, ricercate dai giovani. Ben venga quest’omogeneizzazione nella moda uomo/donna, purché non si travalichino certi confini, trasformando l’uomo in un 'castrato'.
Pubblicata oggi 24.06.2024 su La Sicilia
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