I profumi del mio paese, Linguaglossa.
Maggio, il mese dei profumi.
La sera il dolce profumo del fieno o dell’erba
tranciata di fresco, come onda di mare, sommerge case, strade e palazzi.
Là, sulla collina, una minuscola luce appare: un
solitario, luminoso puntino, che nell’oscurità della notte, segnala l’arrivo
del pastore, intento, a quell’ora, a far bollire il suo pasto serale.
La luna, con i suoi ricami d’argento, accompagna il
silenzio, che invade strade e quartieri con i lampioni che, ora, si svegliano
dopo un lungo sonno diurno.
Col passare delle ore, il profumo
di fieno si mescola ad altri: la nepetella, tanto cara ai gatti, o la lavanda,
che ha il profumo dei miracoli, quando non è quello inebriante di zagara. che
da sud-est s’inerpica lungo i tornanti per regalarci notti da sogno.
Per i più fortunati, che abitano nelle zone più
alte, le fragranze talvolta si mescolano all’acre odore di sterco (che natura
anch’essa è!), che un refolo di maestrale, dispettoso complice, ci porta da
qualche sperduto, lontano ovile, dove l’ultimo pastore ha ‘deposto’ il suo
gregge.
Una canna tiene a fior di labbra (il pastore), la
sua zampogna, e un bastone a mò di croce sulle spalle, le braccia penzolanti da
esso.
Così fa ritorno alla sua dimora, con ancora nelle
orecchie lo scampanellio dell’ultima pecora, che si addormenta stanca, ma
sazia.
E dalla zampogna par
che escano, come suoni, i versi del Pascoli: “Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle, ci sono i lumi
nelle capanne.”.
Questo è il mio paese, Linguaglossa, uno come tanti,
ognuno con i suoi profumi, ma qui tutto è diverso.
I profumi germogliano come fiori: ora le odorose
gialle ginestre; più tardi i languidi perigoni dei castagni in fiore,
dall’aspro, intenso profumo, per poi mutarsi in dolci acheni, dal sapore di
bosco; il prezioso odor di origano, soave e avvolgente; il ricercatissimo finocchietto selvatico o
quello che più ti penetra nell’anima, oggi, come quando sei nato, il profumo della terra appena
dissetata dall’inattesa pioggerellina estiva, con i suoi lievi effluvi, sbuffi
dei nostri padri sepolti e altri ancora, che impastano l’aria di mille odori.
Tanti.
Nessun commento:
Posta un commento