venerdì 7 giugno 2024

Al canto del gallo

 Al canto del gallo.

 

Vi sono diversi modi di svegliarsi la mattina, a me tocca col canto del gallo.

Ho la fortuna di abitarci a cento metri, a un di presso, e non c’è sensazione più dolce e salutare che tendere l’orecchio, in attesa che il pennuto si pronunci sull’inizio della giornata.

Un pennuto, senza amici, considerato insolente, eppur, è l’unico che ci augura buon giorno.

L’ora in cui inizia la sua sagra canora è la migliore della giornata.

Intanto perché i pensieri sono impregnati della rugiada mattutina, che li rende freschi e lievi e perché l’aria che irrompe in casa, all’aprir delle imposte, è un tripudio di profumi: dalla fiorita ginestra, alla dolce zagara o al magico gelsomino e perché non all’aspro origano, che prendono il posto, nell’orologio dei profumi giornalieri, di quello appena cessato delle “mirabilis jalapa”,(belle di notte) i cui fiori si negano al sole.

Nel tripudio dei profumi che le piante ci regalano, il mattino è il più propizio per godere di questo regalo della natura.

Anche le piante più povere, il prezzemolo, il basilico, la salvia, il rosmarino, che mi tengono compagnia sul davanzale, si sbracciano anch’essi, in questa gara a profumar l’aria e non son da meno.

E’ quella del canto del gallo l’ora che il rosso fa timido capolino, là dove il mare si fonde col cielo.

Un rosso che tosto si muta in bianca luce, accecante, che ci ricorda Qualcosa o Qualcuno che l’uomo cerca da sempre.

In questa magica resurrezione della natura s’intrecciano i canti melodici degli uccelli, le uniche creature viventi cui, è stata donata la libertà, agli umani negata, di stare tra cielo e terra come creature celesti.

Quello del gallo non è un canto vano, è un invito a partecipare al rito del risveglio, prima che l’anima sia inghiottita dalla caligine del giorno.

Dopo questo concerto di profumi, di canti e di colori inizia il giorno, la fatica dell’essere, per ricordarci che il sogno è finito, inizia la vita, quella, amara, fatta di rumori, di strilli, di lamenti, la più lunga da percorrere, la più irta, la più disumana per gli umani. 

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