Sole nero
Si attorcigliano
tra spasmi di dolore scrosciante
le gialle ginestre
un tempo odorose,
alte fiammate
con
sguardi di vampiro
assediano,
non sazie,
antichi
castagni.
Un argenteo abete,
su rogo sacrilego,
altero,
ancora per poco,
grida parole innocenti
di
condannato a morte.
Fuggono
martore,
donnole, conigli selvatici
e
lucertole cercano buchi
profondi
più dell’inferno
Uomini
da fumo anneriti
sembrano
rospi
che
spruzzano fiele,
dietro
scia fumante
di sazio fuoco.
Corvi
nero
pennuti
gracchiano,
affacciati
su fili di rame,
tra
canti e risate
pronti
a svolazzi
tra
insetti emigranti.
Nel
cielo cupo
che
lacrima cenere
un
sole malato,
quasi
morente,
annega
nel fumo
acre
e pungente.
Nascosto
più in là
dietro
felci e rovi
danza
contorto
tra
asfodeli,
chi
con ghigno di morte
il
fuoco accese.
da “Le
ultime viole” di Saro Pafumi
Nessun commento:
Posta un commento