L’adolescenza ingenua d’un tempo -Erbe come
giocattoli.
Pochi si ricorderanno di due erbe, tra le tante, l’uso delle quali era molto praticato da noi ragazzi in cerca di quotidiana evasione: a “‘mpicalora” e a “inedda”, due nomi che avevamo appreso dal lessico del contadino, che quelle erbe conosceva meglio di se stesso, per le sue battaglie quotidiane, essendo, esse erbe, infestanti in vigneti e giardini. La nostra era una ricerca mirata, perché con quelle erbe si scacciava la noia o si rompeva l’anima a qualcuno, uomo o animale che fosse. A” ‘mpicalora”, definita in botanica “ Setaria viridis”, aveva la prerogativa d’ incollarsi sui vestiti, prova ne sia che quando i contadini tornavano dalla campagna i loro abiti, o per meglio dire ciò che a essi approssimativamente somigliavano, portavano le tracce di questa erba, che la moglie pazientemente scollavano di dosso. A noi serviva principalmente per incollarla sul vestito di qualche passante, che, ignaro, se la portava incollata, dietro, con il suo lungo gambo dondolante, per le vie del paese, tra le risate di chi incontrava. A “inedda”, che in botanica corrisponde alla ”Avena fatua”, ci permetteva impieghi più seri. Presentandosi a forma di cannula, se tagliata per una lunghezza di circa 15 cm. e incisa a fischietto, in prossimità di un suo nodo, si trasformava in zampogna. C’era persino qualche esperto appassionato che riusciva a praticare dei fori nel corpo della canna, che gli permetteva di ricavare suoni assai melodiosi. Un altro uso, sadico, consisteva nel ricavare dalla solita “inedda” un cappio con cui si catturavano le “addamuse” (lucertole) che il sole prediligevano, non per spaparanzarvisi come noi umani, ma, essendo animali a sangue freddo, termoregolare la temperatura corporea e rendersi attivi. La lucertola già dalle sue origini aveva, forse, inventato l’utilità dei pannelli solari. Giacché essa si è sempre servita della sua pelle squamosa per catturare e trasformare i raggi solari in energia. Chi a quel tempo aveva cognizione di questa loro naturale propensione? Per noi a “ inedda” era importante per catturare le lucertole, contarle e farne trofei o per ricavarne con essa un ingenuo suono infantile. Questa era per noi la “inedda”: un semplice passatempo: Per il contadino una fastidiosa erba infestante, con cui faticosamente lottare.
Tratto da Linguagrossa civitas dilecta integra vol. I
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