La noia si può sconfiggere..
Quante volte ci lamentiamo di
sentirci annoiati. Uno stato d’animo che invade sempre più spesso chi per
limiti di età ha smesso di lavorare, senza crearsi un diversivo, cui
aggrapparsi, per non rimanere prigioniero della noia, anticamera della
depressione. Combatterla non è facile, ma con pazienza e buona volontà i rimedi
non mancano, per uscire da questo stato d’animo per nulla piacevole, talvolta fonte
di anomalie più gravi. Sperare in un aiuto esterno è vano, in una società in
cui l’individualismo è pane quotidiano. In questo solitario vivere, le giornate
trascorrono monotone, anche quando un nebbioso sole risplende sui lontani monti,
perciò è nella natura che occorre cercare sostegno per uscire dal ghetto in cui
è precipitata la nostra esistenza. Tutto ciò che ci gira attorno, è
interessante, anche un filo d’erba, col suo lieve ondeggiare tra tanti fiori
che, muti, gli stanno accanto, simile alla nostra esistenza, che si consola tra
tanta gente che c’ignora. Anche il volo di un uccello è fonte di fantasia, come
quello di un frettoloso passero che solca il cielo di primo mattino e ci si
chiede se non sia un volo d’amore verso la sua donna. Le nuvole, candite spose
dell’azzurro, sono compagne di vita, con le loro cangianti forme, che presto si
dissolvono in un gioco all’infinito e aiutano a sognare. Ammirare un solitario
papavero può fornire sollievo alla noia, con la sua bellezza fine a se stessa.
Selvaggio e indomabile, se reciso preferisce immolarsi, anziché donarsi,
libero, com’é in un campo di grano che non gli appartiene, come la nostra vita
che scorre tra la distratta gente. Rileggere un libro che piace, è liberatorio,
perché offre sempre nuove sensazioni. Non esiste la pianta della noia, ma il suo
frutto, coltivato nel nostro immaginario, se ci facciamo coinvolgere da questo stato
psicologico di demotivazione, spesso nato da assenza di azione e di stimoli. Affaccendati
in mille attività virtuali, lasciamoci dondolare, quindi, dentro la culla della
noia, per ritornare bambini e assaporare la gioia di vivere una seconda, nuova
vita, scoprendo tutte quante le bellezze del creato, che la vita lavorativa ci
ha rubato. Nell’immaginario di Seneca, infatti,
la noia intesa come ozio, può rendere attiva la vita, attraverso la meditazione
e la contemplazione, anche se difficile a realizzarsi in un mondo moderno
contaminato da tecnologie varie e devastanti. Importante è provarci. Pubblicata
oggi 17.06.2024 su La Sicilia
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