Le voci sepolte.
Siamo
abituati ad ascoltare le voci che ci provengono dalla natura, da quella umana, con
le sue personali tonalità, al cinguettio degli uccelli, al verso degli animali tutti
che popolano la terra, per finire allo stormire delle foglie, mosse dal vento, che
anch’esso voce ha, come quando striscia sulle rocce, sibila tra i fili o
scricchiola tra le fessure di porte e finestre o emette il sordo rombo delle
increspate onde del mare o cigola tra i rami degli ondeggianti alberi. Eppure
in natura ci sono un’infinità di altre voci sepolte di essere minuscoli, che
l’orecchio umano non percepisce. Si pensi alle formiche, capaci di emettere
suoni attraverso la
stridurazione dell'addome e mandibole. Quasi tutti gli insetti emettono suoni e
forse anche l’intero mondo vegetale: gli alberi, i fiori, le foglie, ogni
minuscolo filo d’erba con i loro inconfondibili profumi, che voci sono. Se
fossero percepibili, il mondo sarebbe un tripudio di suoni, la colonna sonora dell’umanità,
la banda dell’universo Peccato che a questa armoniosa orchestra l’orecchio
umano non può accedere in tutta la sua fantastica varietà. Resta il gusto di assaporarne
una minima parte, quanto basta per ritenerci fortunati di far parte di quest’orchestra.
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