L’odore della
pioggia.
Tutti amiamo il profumo dei fiori, delizia dei nostri sensi.
Chi può rimanere insensibile al profumo del gelsomino, della gardenia, della
magnolia, del garofano…. C’è, però, un altro profumo, figlio dell’oblio, ricco
di significati: quello della ridente pioggia, che si percepisce dopo un
acquazzone estivo, che la terra feconda e l’uomo, stupito, ascolta. Un profumo
ricco di aromi, che proviene da tutti gli angoli della natura: dal sudore della
terra, che si tramuta, per incanto, in una lieve nube sprigionata dal suolo,
dal fieno appena mietuto, dai cespugli umidi di pioggia, dal respiro delle
piante che distillano gocce di ristoro, dal bacio d’amore dei fiori, appena ritemprati
da sorsi di sole. Un tripudio di profumi, ma anche una dolce melodia, che la
pioggia regala all’arso suolo, che, allegro, frizza. C’è in questo misterioso
profumo, intriso di lieve canto, la magia di una tristezza remota. Un ritorno
recondito, inspiegabile, quasi antico, all’origine della vita. Non si spiega,
infatti, perché questo profumo, apparentemente insignificante, coinvolga
spirito e sensi e spalanca le porte del cuore, per liberare l’uomo dalla
placenta che lo avvolge per invitarlo, assieme alla ristoratrice pioggia, a una
festosa danza con la natura, che per lui fu culla.
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