Chi abita in un piccolo paese, Linguaglossa è uno di questi, si guarda attorno per vedere la realtà che lo circonda. Una realtà variegata fatta di piccole e grandi cose: qualità della vita, occupazione, prospettive, tenore di vita, sicurezza, pulizia, oltre a tutti quegli elementi che concorrono a fornire un quadro quanto più aderente alla realtà.
Valutando due di questi elementi, i più incisivi, occupazione e prospettive, il paese di Linguaglossa può considerarsi in coma profondo. Non una diagnosi pessimistica questa, ma basata su considerazioni e dati reali che prescindono dal mancato sviluppo del territorio collegato al turismo sull’Etna, fermo da oltre otto anni che da solo non può trainare l’intera economia del paese. Vediamo il perchè.
Linguaglossa è un fazzoletto di terra racchiuso tra due camice di forza: la Sovrintendenza e il parco dell’Etna, oltre che sottoposto alle tante leggi ordinarie. Ciò significa che qualsiasi iniziativa: il semplice restauro di un ricovero agricolo, l’apertura di un lucernaio sul soffitto, il cambio del pavimento all’interno dell’abitazione, la costruzione della cuccia per il cane, il taglio di un albero, necessitano di progetti e nullaosta. Autentiche forche caudine che scoraggiano, impedisco o azzerano qualunque iniziativa o proposito.
Come se ciò non bastasse, tutto il territorio è sottoposto ad una serie d’altri vincoli derivanti dalla presenza d’aree boschive ( talvolta presenti solo sulla carta), pozzi idrici, aree cimiteriali, distanze stradali, il tutto sotto il vigile controllo di una burocrazia che del “diniego” contro ogni iniziativa ha fatto e fa la sua parola d’ordine.
In un Comune che si rispetti dove gli organi preposti sono o dovrebbero essere a servizio dei cittadini, ogni privata iniziativa che collida o sembri collidere con la legge può essere oggetto d’approfondita valutazione in contraddittorio con la parte richiedente, al fine, ove possibile, di trovare un’alternativa o una giusta soluzione. Nulla di tutto ciò avviene nella Casa comunale di Linguaglossa che in quanto “casa” e in quanto “comune” è o dovrebbe essere aperta ad ogni cittadino. Situazione peraltro da tempo aggravatasi per la precaria presenza di funzionari ( ragioniere capo e segretario comunale) che non trovano un assetto definitivo, con conseguente disordine e/o ritardo amministrativo ad esso collegato.
La politica a Linguaglossa è intesa, dai più, come ricerca di persone disposte a candidarsi per amministrare il paese. Sotto questo profilo i candidati non mancano, anzi sono troppi. Quel che manca o di cui non si sente parlare sono le idee e come affrontare i tanti problemi di Linguaglossa: bilancio comunale, tariffe, riscossione di tributi, circolazione stradale, manutenzione di strade cittadine e rurali, problema idrico a Borgata Catena ( non solo), rete idrica fatiscente e, cosa molto importate per un’amministrazione che si rispetti assetto impiegatizio da rifondare, in quanto ad uomini e mentalità.
Senza un approfondito esame dei tanti problemi che assillano Linguaglossa e un sereno esame di coscienza da parte di chi vuole candidarsi alla sua guida non si approda a nulla. L’alternativa è rassegnarsi a vedere dirottare, così come di fatto avviene, verso paesi vicini, Castiglione e Piedimonte ogni iniziativa che riguardi Linguaglossa, un paese, da troppo tempo in penombra.
Saro Pafumi
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