C’era d’aspettarselo che qualcuno avrebbe tirato in ballo il racket quale causa del rogo che ha mandato in fumo cinque casette a Piano Provenzana. Ci ha pensato il TG Tre delle ore 14 del 28/ marzo. Lo avrei giurato che qualche “cretinata ” giornalistica, dopo il fuoco, avrebbe ancor di più affumicato l’ambiente in cui si è maturato il rogo. Un’autentica “cretinata” occorre ripeterlo, frutto di superficialità che, conducendo ogni ipotesi di questo tipo ad azioni estorsive, non fa altro che diffondere inutili cortine fumogene sull’accaduto.
Linguaglossa, occorre precisarlo con orgoglio, è una realtà atipica rispetto a ciò che la circonda, dove non succede nulla o quasi, dove “il quasi” è talmente insolito o frutto di qualche isolata mente malata da non essere paradossalmente preso nemmeno in considerazione.
Non manca certamente di grave serietà l’episodio del rogo delle cinque casette, ma per carità ci si risparmi l’amaro sapore del racket che semplicemente ad ipotizzarlo arreca alla comunità linguaglossese più danno dello stesso rogo. Vi ostano all’ipotesi annunziata mille e una ragione, sol che si usi il cervello e/o la conoscenza della nostra realtà, come strumento per pensare, riflettere e scrivere.
Saro Pafumi
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