lunedì 19 aprile 2010
il burka e il shador delle nostre nonne
Spesso ci meravigliamo nel vedere donne mediorientali indossare il burka o il chador, come se questi indumenti fossero del tutto estranei alle nostre consuetudini.
Se si cerca nel nostro passato, nemmeno tanto remoto, questi indumenti li troviamo sia pure interpretati in forme stilistiche diverse nelle nostre tradizioni.
Un accenno del burka si po’ individuare nella tradizione delle signore di un certo rango di usare il cappello con veletta in voga negli anni venti
Un accessorio che serviva a velare il viso della donna che doveva apparire contegnoso e riservato. Velare il viso era segno di pudore, rispetto e mistero; alzare la veletta era come donarsi, permettere che la si sollevasse era come rompere un “simbolico imene”. Un richiamo seducente, come seducente doveva apparire il mistero che nascondeva la femminilità.
Chi è avanti negli anni si ricorderà pure che molte delle nostre donne anziane facevano largo uso di scialli tirati sul capo, lasciando scoperto solo il volto. Un indumento che in ceri casi era segno di dignitosa povertà o, per la sua disadorna crudezza, era usato dalle donne casa & chiesa. Non è un caso che la stessa Madonna in certe immagini è raffigurata avvolta in uno scialle, un mix di pudicizia, modestia e candore.
Oggi se una donna dovesse indossare un simile indumento sarebbe considerata un reperto archeologico, perché la moda è agli antipodi, interessata com’è a mostrare la bellezza femminile, anche se talvolta con qualche eccesso.
Le donne d’oggi come fiori dischiusi hanno liberato il loro corpo, contribuendo ad introdurre un’ondata evanescente e gioiosa al grigiore della vita. Una parte del creato, la donna, che non più tardi di mezzo secolo addietro era avvolta nelle nubi dell’ignoto che, per quanto affascinante, qual’è il mistero, privava l’intera umanità (donne comprese) di questo dono di Dio.
Lasciamo perciò che il burka e il chador li indossino senza meravigliarci più di tanto, le donne mediorientali e noi godiamoci la bellezza che il dischiuso fiore femminile rappresenti per noi.
Se una differenza c’è da cogliere nel vestire delle donne orientali rispetto alle nostre, essa è da ricercarsi nel diverso atteggiamento degli uomini. Gli orientali amano scoprire o custodire “il mistero”, noi preferiamo la conoscenza, fonte di verità che generosamente condividiamo.
Saro Pafumi
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