domenica 9 luglio 2023

Non è il DNA ,ma l'ambiente che forma il carattere.

Non è il DNA, ma l’ambiente che forma il carattere.

 

Camilleri ha detto che noi siciliani siamo figli di quindici dominazioni. Una commistione di caratteri, usi, costumi, mentalità, tratti somatici che hanno forgiato il siciliano attraverso i secoli. Sarebbe interessante sapere se abbiamo ereditato il meglio o il peggio. Stando ai risultati, sarebbe meglio non darsi una risposta. A prescindere, però, dal nostro Dna, fatto di mescolanze etniche, se facciamo un paragone con altri popoli qualcosa non torna. Prendiamo per esempio il popolo americano. In questo vasto continente le etnie non si contano, per cui seguendo le tracce della formazione del DNA gli americani dovrebbero stare peggio di noi. Avviene invece il contrario, nel senso che la società sembra coesa ad eccezione di talune residue forme di razzismo, non del tutto sopite. Qual è allora la differenza che caratterizza il siciliano dall’americano, entrambi contaminati da geni etnici diversi? Forse lo Stato e le sue leggi. Là il rispetto delle leggi è sacro. Chi sbaglia paga e va in galera senza sconti. Qui, invece, chi sbaglia novanta volte su cento si salva. Un meccanismo che ingenera un diffuso senso d’immunità, che rende l’uomo libero di fare quel che più gli aggrada. Questo ‘modus vivendi’ forgia il carattere del singolo individuo, per cui a prescindere dalla qualità etnica di un popolo, quel che conta è come è educato. In altre parole non è il DNA che ci guida nelle scelte della vita, ma l’ambiente in cui si vive. Principio, peraltro, sancito dal noto filosofo inglese Herbert Spencer, il quale sosteneva : “è l’ambiente che forma il carattere”. Non ci sono allora popoli diversi, ma ambienti diversi, ognuno con le sue regole. Il problema non è nuovo e, per fortuna o per sfortuna, riguarda l’intero Bel Paese, se è vero che il Divino Dante ebbe a scrivere: “ le leggi son, ma chi pone mano ad esse?” Sono passati settecento anni e siamo al punto di partenza. Basterebbe, allora, agire sulle leggi, osservandole e facendole osservare, ma è proprio questo “propellente” che manca nel nostro Dna. Forse sarebbe il caso che l’ingegneria genetica studiasse come aggiungere un OGM nel nostro dna, a partire da chi ci governa

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