Cicche di sigarette per terra. Basterebbe la buona
educazione
Ben venga la legge che punisce chi butta cicche per terra,
ma basterebbe la buona educazione. Non saprei dire se oggi il fumo sia più
diffuso rispetto al passato. Presumibilmente, direi di sì, perché oggi il fumo
coinvolge anche i minori e le donne.
Forse è per questo che le cicche abbondano. Un tempo si fumava diversamente e
diversamente si appalesava il fenomeno delle cicche per terra. Nel mio paese,
Linguaglossa, a quei tempi, c’era un certo ‘donn’Agnaziu, ngna- ngna’, che
munito di bastone, sulla punta un chiodo, faceva incetta di cicche sul tutto il
territorio. Il paese ere ripulito di cicche e lui fumava a sbafo. C’era anche
un diverso modo di fumare, come quello messo in atto dal mio professore, non il
solo, che fumava la sigaretta fino all’ultimo millimetro e quando la presa non
glielo consentiva (aveva l’indice e il pollice letteralmente carbonizzati)
ricorreva all’arma segreta: estraeva dal bavero della giacca uno spillo, che
conficcato come uno spiedino, su quanto rimaneva della sigaretta, in pratica
non faceva avanzare nulla. Quel modo di fumare è tramontato, di donn’Agnaziu
ngna- ngna non se ne vede l’ombra, le sigarette hanno tutte il filtro, per cui le
cicche abbondano. Non si potrebbe usare il metodo giapponese? Ho visto una
gentile signora del Sol levante, davanti a un noto albergo di Catania, fumare e
raccogliere la cenere in una scatolina, che, poi, custodiva in borsa. Stiamo
parlando di tempi e di mondi diversi, ma accomunati ,per necessità o per
civiltà, a contribuire a risolvere il problema delle cicche, senza ricorrere a
spiacevoli sanzioni. Essendo illusorio ispirarsi al mondo del Sol levante, mi
rimane, purtroppo, una certa nostalgia per donn’Agnaziu ‘ngna- ngna’, che, se
anche per necessità, teneva pulita la strada. Saro pafumi.. Pubblicato su La
Sicilia oggi 03.02.2016 FB 03.02.2016
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