mercoledì 3 luglio 2024

L'amore resiste,ma ha cambiato destinatario.

 

L’amore resiste, ma ha cambiato destinatario.

Quante volte sentiamo dire: non c’è più amore. Un’affermazione banale, che non trova fondamento nella realtà. L’amore, infatti, è così insito nell’animo umano, che pensare di averlo perduto è impossibile, perché è un istinto che nasce e muore con l’individuo. Anche l’uomo più malvagio prova amore, anche se di esso coltiva una distorta visione. Oggi l’amore conserva tutta la forza, ha solo cambiato destinatario. Deluso dalle attese di chi dall’amore aspetta riconoscenza e gratitudine, ha rivolto altrove la sua forza e deluso dalle sue attese, ha cercato negli altri esseri ciò che non trova nell’ambito umano. Chi ha fatto del bene conosce la ‘sindrome rancorosa del beneficato’, che consiste nel liberarsi dalla gratitudine, trasformandola in rancore. Un tempo era inimmaginabile ricoverare i propri genitori, avanti negli anni, in strutture di accoglienza, recidendo così le radici dall’ambiente domestico, in cui avevano trascorso la loro vita. Privi dell’amore filiale, che non presenta un ritorno affettivo, si sceglie la via più comoda: liberarsi dai doveri, impegnando la forza amorosa in altri campi, dove all’amore corrisponde un ritorno affettivo. La stessa solitudine, che oggi avvolge l’uomo moderno, non trova sbocco in opere di assistenza o apostolato, ma è riempita dalla scelta di un animale domestico, cui riversare la forza emotiva, che non trova sbocco. Lo scodinzolio di un cane, attraverso cui l’animale esprime il suo stato d’animo, è segno di gratitudine:un ritorno affettivo per le cure corrisposte; il profumo di una pianta, coltivata sul balcone, oltre a rallegrare la vista, produce benessere e godimento In quest’epoca d’individualismo sfrenato e di egoismo generalizzato, l’amore ha scelto altre vie. L’uomo moderno ha fatto proprio il detto edonistico:’do ut des'. che si configura quando a una a prestazione ne corrisponde un’altra, come risposta e compenso per quella ricevuta. Una posizione ideologica, in cui l’amore trova la sua giusta posizione, ossia la ‘monetizzazione’ di se stesso, intesa come recupero di ciò che si è dato. “L’amore per l’amore” è relegato nel mondo dei sogni. Oggi vige la concretezza dell’amore, figlia dell’edonismo, secondo il quale il fine di ogni azione umana è, e non può non essere che il piacere. E’ triste dirlo, ma oggi si ama di più una pianta di basilico tenuta sul davanzale. anziché chi abita al piano di sopra. Pubblicata oggi 03.07.2024 su La Sicilia

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