L’amore resiste, ma ha cambiato destinatario.
Quante volte sentiamo dire: non c’è più amore.
Un’affermazione banale, che non trova fondamento nella realtà. L’amore, infatti,
è così insito nell’animo umano, che pensare di averlo perduto è impossibile, perché
è un istinto che nasce e muore con l’individuo. Anche l’uomo più malvagio prova
amore, anche se di esso coltiva una distorta visione. Oggi l’amore conserva
tutta la forza, ha solo cambiato destinatario. Deluso dalle attese di chi
dall’amore aspetta riconoscenza e gratitudine, ha rivolto altrove la sua forza
e deluso dalle sue attese, ha cercato negli altri esseri ciò che non trova
nell’ambito umano. Chi ha fatto del bene conosce la ‘sindrome rancorosa del beneficato’,
che consiste nel liberarsi dalla gratitudine, trasformandola in rancore. Un
tempo era inimmaginabile ricoverare i propri genitori, avanti negli anni, in
strutture di accoglienza, recidendo così le radici dall’ambiente domestico, in
cui avevano trascorso la loro vita. Privi dell’amore filiale, che non presenta
un ritorno affettivo, si sceglie la via più comoda: liberarsi dai doveri,
impegnando la forza amorosa in altri campi, dove all’amore corrisponde un
ritorno affettivo. La stessa solitudine, che oggi avvolge l’uomo moderno, non
trova sbocco in opere di assistenza o apostolato, ma è riempita dalla scelta di
un animale domestico, cui riversare la forza emotiva, che non trova sbocco. Lo
scodinzolio di un cane, attraverso cui l’animale esprime il suo stato d’animo,
è segno di gratitudine:un ritorno affettivo per le cure corrisposte; il profumo
di una pianta, coltivata sul balcone, oltre a rallegrare la vista, produce
benessere e godimento In quest’epoca d’individualismo sfrenato e di egoismo
generalizzato, l’amore ha scelto altre vie. L’uomo moderno ha fatto proprio il
detto edonistico:’do ut des'. che si configura quando a una a prestazione ne
corrisponde un’altra, come risposta e compenso per quella ricevuta. Una
posizione ideologica, in cui l’amore trova la sua giusta posizione, ossia la ‘monetizzazione’
di se stesso, intesa come recupero di ciò che si è dato. “L’amore per
l’amore” è relegato nel mondo dei sogni. Oggi vige la concretezza dell’amore, figlia
dell’edonismo, secondo il quale il fine di ogni azione umana è, e non può
non essere che il piacere. E’ triste dirlo, ma
oggi si ama di più una pianta di basilico tenuta sul davanzale. anziché chi
abita al piano di sopra. Pubblicata oggi 03.07.2024 su La Sicilia
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