martedì 23 luglio 2024

La spensieratezza è un ricordo.

 

La spensieratezza è un ricordo.

Un tempo lontano quando le difficoltà del quotidiano vivere erano maggiori, a cominciare dal cibo, non era infrequente incontrare per strada, a piedi o a dorso di asini e muli, persone dall’aria allegra, che facevano ritorno a casa, dopo una giornata di nera fatica, fischiettando o cantando la canzone del cuore. Un’abitudine per dissolvere nel canto l’amarezza accumulata dopo una giornata di lavoro, trasformandola in spensieratezza, che liberava dal peso della vita. Oggi quella spensieratezza si è dissolta e nessuno si sente fischiettare o cantare, anzi col capo chino appesantito da mille pensieri, fa ritorno a casa, dove lo aspettano altri problemi. Il cibo non manca; la scala di granito, tanto sperata è una realtà; in giardino la piscina, con la sua acqua quieta e trasparente, che ha il colore del cielo, ci fa sognare di essere sul lago di Garda, mentre tutt’intorno, l’aria profuma di rose. ‘Cosa vuoi di più dalla vita ? ’ pare ricordarci un noto refrain. Eppure c’è un invisibile, pernicioso virus,che ci rode la vita: l’insaziabilità,contro cui s’infrange la vita dell’uomo con i suoi valori, che si accompagnano all’abbrutimento della società e al cinismo dell’intelletto. Le tradizioni, un tempo grate ai nostri antenati, ormai sonnecchiano nella sopita mente. Non basta più il profumo odoroso di una pentola,messa sul fuoco, alla luce arancione di una lampada a petrolio per ripagarci della fatica Tutto è assorbito dalla voglia di volere di più. Ecco quindi che affiora nell’animo umano l’insaziabilità. Una voragine in cui precipita l’uomo, che lo snatura, lo sfigura e lo priva di quella spensieratezza, che rendeva dolce, un tempo, il sapore della vita, nonostante la fatica e i sacrifici. Oggi abbiamo tutto o quasi, ma ci manca la leggerezza del canto: le nostre ali per immaginare di volare .Pubblicata oggi 23.07.2024 su La Sicilia.

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