Il vino etneo, l’unione
farebbe la forza.
Certi proverbi, nel nostro profondo sud, non sono apprezzati o sono sottovalutati, nonostante fonti d’autentica esperienza vissuta. Uno di questi: “L’unione fa la forza”, sostanzialmente un inno all’associazionismo. Un fenomeno che ha fatto la fortuna di molte imprese e di svariati prodotti del nord.
Prendiamo ad esempio il vino, d’ottima qualità, che si produce nella zona etnea: Linguaglossa, Castiglione e paesi viciniori.
Una miriade di piccoli coltivatori produce ed imbottiglia il proprio prodotto con le etichette più svariate, alla ricerca affannosa di un proprio mercato. Una forza frantumata in mille realtà, ciascuna delle quali, per farsi conoscere e distribuire, spende una barca di soldi, con risultati talvolta deludenti, immettendo sul mercato un’infinità d’etichette o marchi che in definitiva rimangono ignoti al gran pubblico. Così scopri un Doc dell’Etna che si chiama Rossi, altro Bianchi ed altri ancora, molti derivati dagli stessi vitigni.
Se ci fosse un prodotto unico, si chiami “Linguaglossa” o “Castigione” (il nome legato al territorio di produzione è già un marchio universalmente riconoscibile), si avrebbe il risultato di immettere sul mercato un unico marchio, sostenuto da tutte le forze produttive, identico per zona di produzione, qualità organolettiche e prezzo, sì da renderlo inconfondibile.
Una riflessione talmente ovvia, da sfiorare la banalità, eppure tristemente disattesa. Il mio augurio è che si superino gli esasperati individualismi, le gelosie, le diffidenze che ci caratterizzano e si tralasci di curare il proprio orticello per abbracciare o almeno imitare quell’associazionismo del nord, fonte di benessere, di qualità, d’immagine, di prestigio.
Un approccio culturale meglio strutturato e l’abbandono del concetto di “bottegaio”, anche a noi farebbe scoprire, forse, una verità sempre conosciuta, ma da noi cocciutamente disattesa: “ L’unione fa la forza”.Pubblicata oggi 30.07.2024 su La Sicilia.