Linguaglossa. Un
paese “irredimibile”.
Nemmeno al tempo dei partiti politici esisteva la guerra che oggi c’è tra noi cittadini. Sembra una guerra civile poggiata sul nulla, perché di nulla stiamo parlando, in un paese immobile, alla ricerca di un’identità perduta. Un’atmosfera di odio e indifferenza che si nota camminando per le strade o smanettando tra i tanti social, che ci ‘deliziano’ giornalmente. Da che cosa nasce questo senso d’incomprensione, divenuto avversione, è poco chiaro. Forse dall’insoddisfazione, che c’è dentro di noi, la cui causa ci piace addebitare agli altri. E così’ ogni parola, commento o critica diventano pietre scagliate contro gli altri. In questa sassaiola, che ci riguarda tutti, restano confusi i ruoli dei protagonisti, e non si capisce chi lancia e chi riceve i sassi. Una sola cosa appare chiara: ciascuno si sente vittima di qualcosa o qualcuno. In questo pericoloso piano inclinato in cui si sostanzia l’intera comunità, è comodo sconfinare nel personale, passando alle invettive, anziché confrontarsi su problemi generali, che riguardano il futuro del paese. Un confronto su temi generali, diventa un cortile, un affare tra comari, dimostrando a quale livello intellettivo è giunta la nostra società, che per certi versi, non c’è da stupirsi, ricalca il palcoscenico dei dibattiti in TV. dove trionfa un provincialismo da strapazzo. In questo clima da cortile, forse è meglio tirare i remi in barca, perché per un paese che non vuol crescere, non c’è nessuna discussione utile da portare avanti. Prendendo a prestito, un’affermazione di Sciascia, vien da dire che Linguaglossa, è divenuto un paese “irredimibile”.
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