sabato 7 aprile 2012
A tutti un mio speciale augurio per Pasqua.
In un tempo, ahimè, ormai remoto, a Pasqua l’appuntamento di noi ragazzi, a Linguaglossa, era a mezzogiorno davanti alla Chiesa Madre. La sera precedente era un’affannosa ricerca di “troccule” di tutti i tipi, perché il loro rumore doveva essere assordante come l’evento eccezionale che si doveva festeggiare: “vidiri abbrivisciri Cristu”, da dietro l’altare maggiore, con lo stendardo in mano e una nuvola d’incenso che l’accompagnava. Avvenuta la risurrezione Il suono delle “troccule”, in piazza, si mescolava allo scampanio assordante delle campane a festa, perché a quell’ora Cristo risorto era la vittoria della vita sulla morte. Pochi giorni all’anno capitava tanta allegra spensierata partecipazione dei giovani ai riti religiosi e la Pasqua era l’unico giorno in cui il cuore di noi giovani era pieno di gioia e di meraviglia. Di gioia perché la risurrezione apriva i cuori alla speranza; di meraviglia perché l’assurgere di Cristo da dietro l’altare si accompagnava all’emozione fanciullesca che la scenografia sacra rappresentava. Ogni attimo di ritardo sull’orario previsto portava con sé una crescente trepidazione negli astanti, specie di noi giovani che, quell’evento, vivevamo con straordinaria, fresca, autentica ingenuità. Ancora col profumo d’incenso nelle narici, si correva fuori dalla Chiesa in un festoso, crescente delirio, con la “troccula” che azionata a mano o fanciullescamente spinta su ruota finiva di essere un semplice, rustico, rumoroso arnese di legno, per trasformarsi in un magico, liberatorio grido di vittoria sulla morte che la risurrezione di Cristo trasmetteva ai nostri cuori. Oggi che la Pasqua, spostata a mezzanotte, ha lasciato per strada la festosa ingenuità di molti giovani, un auguro rivolgo a tutti, in occasione della Santa Pasqua: poter rivivere nella mente il magico, festoso suono delle “troccule” e nel cuore la fresca giovanile gioia per la risurrezione di Cristo, accompagnata da quel magico profumo d’incenso che ciascuno ha gelosamente custodito in qualche cassetto della propria memoria. Un saldo all’indietro, quando la Pasqua era giovinezza. spensieratezza, freschezza, ingenuità, allegria e Cristo risorto un’emozione, oggi sbiadita.Saro Pafumi
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