Acquistando La Sicilia come tutte le mattine, mi è capitato per caso, di aprire, di primo acchito, a pagina trentacinque della cronaca. A vedere tutte quelle facce di giovani spacciatori, tali definiti nell’articolo, un brivido mi ha attraversato la schiena accompagnato da un’amara riflessione. Perché tanti giovani? La domanda sembra contenere una buona dose d’ingenuità, perché di riffa o di raffa molti sono i giovani che vivono ai confini o oltre la legalità. L’uomo della strada, chi per definizione è considerato “l’uomo di buon senso” direbbe. “ ma picchì, inveci di spacciari, nun si nni vannu a travagghiari?” Se la risposta fosse così facile, nessuno o pochi delinquerebbero. Invece cosa accade? I genitori latitano o sono inconsapevoli, la morale va a farsi benedire, il lavoro manca, la società è distratta, le esigenze sono incontenibili, ergo aumentano “ i disperati” disposti a tutto. La superiore constatazione non è né una giustificazione, né una consolazione, è, purtroppo, semplice rassegnazione. Dobbiamo abituarci a convivere con questi fenomeni, perché l’uomo è un animale, per di più il meno addomesticato e con più esigenze. L’animale in senso proprio cerca il cibo e una volta sazio si astiene, l’uomo non si accontenta del solo cibo, perché gli impulsi che riceve sono vari e articolati. Una società vera e giusta dovrebbe occuparsi oltreché della salute dei cittadini, anche di queste anomalie, che patologie sono anch’esse, ma non ha mezzi adeguanti o le manca la volontà di risolverli. In tali condizioni il fenomeno è destinato a persistere e forse ad aumentare. E meno male che una buona parte di giovani vive di pensione genitoriale, perché altrimenti la società sarebbe una giungla, anzi per certi versi già lo è. E guarda caso, chi sono i capi branco? Coloro che dovrebbero agire, operare, arginare, programmare, eliminare le cause. Vuoi vedere che questi giovani più che colpevoli sono essi stessi vittime? Di una società ingiusta, distratta, omissiva o in fuga dalle proprie responsabilità. E l’omissione non è anch’esso reato?
Pubblicata su La Sicilia 03.04.2012. Saro Pafumi
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