lunedì 23 aprile 2012

Epulone e Lazzaro

Spesso da parte delle forze dell’ordine sono eseguiti sequestri di CD contraffatti. Le vittime in questi casi sono due: i falsari, di solito extracomunitari e gli autori dell’opera illegalmente riprodotta. Che tale riproduzione costituisca reato mi pare estremamente chiaro. Eppure, chissà perché nutro una certa simpatia per questi falsari che vivono degli avanzi dorati degli autori (cantanti e/o compositori). Incominciamo a chiarire che in questi casi “il falso è dichiarato”, perché chi acquista, è consapevole che quel CD è una riproduzione fraudolentemente copiata. La qualità del prodotto lascia a desiderare e il prezzo decisamente economico lo fa intendere. Il CD, contraffatto procura danni agli autori, ma non mi pare che costoro versino in cattive condizioni economiche a causa di CD contraffatti, anzi per certi versi di miliardi son piene le loro tasche. E giustamente, il talento paga. E allora perché tali reati sono perseguiti con tanto rigore? La spiegazione, a mio parere, è da ricercare nell’interesse dello Stato che dalla vendita di CD falsi non guadagna il becco di un quattrino. Come dire: lo Stato persegue il reato non per punire l’autore (questo tipo di reato è quasi sempre privo di effetti pratici, se si esclude il sequestro della merce), ma piuttosto per tutelare se stesso. In questa triste vicenda ci sono pertanto tre categorie interessate al fenomeno: gli artisti, lo Stato, il falsario. I primi navigano nell’oro, il secondo non si accontenta mai, il terzo (mi riferisco all’extracomunitario con la bancarella) lo fa per fame. Non ho difficoltà ad ammettere che tra il ricco Epulone e Lazzaro preferisco quest’ultimo. Pubblicata su La Sicilia il 22.04.2012 Saro Pafumi

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