La vecchiaia è dell’uomo la stagione delle rimembranze, forse la più dolce delle quattro che l’uomo fortunato riesce a vivere, perché a differenza delle altre, non ha l’ingenuità che caratterizza l’infanzia, la passione che trascina la giovinezza o il disinganno che colora l’età matura. La forza del vecchio è la sua memoria, talvolta ossessivamente ripetitiva di fatti accaduti o vissuti, un veicolo che sposta all’indietro le lancette dell’orologio, nella vana, quanto dolce illusione di rivivere il passato, come ancora di vita. Nell’anziano il piacere di ricordare è l’attività primaria del suo vivere Un’operazione di archeologia mnemonica, attraverso la quale i ricordi, piacevolmente sollecitati, riportano alla luce, come negli scavi veri, frammenti di episodi, segmenti di vita: caratteri di personaggi dimenticati, mestieri scomparsi, fatti accaduti. Uno scavo che consente di rimuovere le scorie del tempo. La memoria dell’anziano, come la paletta che tiene in mano l’archeologo. scava, spolvera, scrosta, modella, ritrae e comunica ciò che essa riesce a fare emergere: un mestiere scomparso, un modo di vivere, un nomignolo, un episodio di vita sono, talvolta, le tracce di resti sepolti, brandelli di memorie che, riesumati poco alla volta, finiscono col comporre un mosaico che diventa presente. Nell’età adulta l’uomo si trasforma in archeologo di ricordi, perché rimembrando, rivive un passato sepolto ma non morto, E’ un viaggio a ritroso che la mente piacevolmente percorre, alla ricerca di un sussulto, di una voce familiare, di un segnale, di un’emozione che regalano l’eco di passate stagioni, carichi di dolcezza, eppure unici. Ogni vecchio in salute ha il suo universo stellato di ricordi che tenta di cogliere come stelle cadenti che rigano il cielo della mente. I ricordi sono i fari dell’anima che aiutano a illuminare la vecchiaia del colore della speranza, guai a ucciderli.
Pubblicata su La Sicilia il 02.04.2012. Saro Pafumi
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