A sentire le statistiche, un giovane su tre non lavora. Non so se questi dati comprendono i giovani precari che, considerati “occupati”, fanno battere la bilancia dalla parte dei più fortunati. Se così fosse, come c’è da scommettere quando si parla di statistiche, il rapporto s’invertirebbe. Ammettiamo che i dati siano attendibili. Cosa ne facciamo del restante trentatré per cento? Il prof. Monti ha avuto l’illuminante idea di consentire a chi vuol fare impresa ( il che significare di cercarsi un lavoro in proprio) di potere aprire una società con appena un euro di capitale sociale. Se la condizioni di tanti giovani non raggiungessero un elevato grado di tragicità esistenziale, la trovata del Professore meriterebbe il premio Nobel in diritto del lavoro. Immaginate un giovane che con la cartella sotto braccio, contenente la nuova costituita società, pieno di propositi, entri in banca, trionfante, per accedere a un finanziamento. Ne uscirebbe a calci nel sedere tra le risate di quanti hanno avuto la ventura di ascoltarlo. La trovata del professore mi fa venire in mente mio padre che quando si era scocciato di sentirmi chiedere, con petulanza, qualcosa mi dava una lira in mano raccomandandomi di recarmi nel negozio più vicino per acquistargli appunto una lira “di trattinitimi”. L’ingenuità giovanile non mi faceva percepire l’originale sottigliezza della trovata paterna, ma l’esercente che ascoltava la mia richiesta mi dava una sedia, pregandomi di aspettare. Oggi i tempi sono cambiati, i giovani altrettanto e l’ingenuità non è più quella di una volta. Eppure, paradossalmente c’è ancora chi come il professore, ha la faccia di tosta di dire ai giovani: “Te, eccoti un euro, vai in banca e chiedi un euro di “trattinitimi”. Domanda “Quelli che si laureano alla Bocconi, sono tutti così…..?”
Pubblicata su La Sicilia 09.04.2012. Saro Pafumi
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