sabato 21 gennaio 2012

Riflessioni sul naufragio della Costa Concordia


I numerosi processi pendenti in Italia potrebbero diminuire, dando valenza a quelli mediatici, che, su tutti i fronti, imperversano indisturbati. I servizi televisivi, conditi da giudizi sprezzanti o apprezzamenti di circostanza sui personaggi coinvolti nella vicenda della Costa Concordia, sono la prova che i processi nascono e finiscono prima di ogni indagine istruttoria. Il comandante della Concordia ha avuto già i suoi quindi anni; della sciagura, risponde di concorso colposo la ragazza moldava che stava in plancia o la coppia di signore, una bionda e l’altra bruna (veline veleggianti) in compagnia delle quali il comandante brindava, mentre la nave andava a fondo. Una serie di pettegolezzi, in attesa di riscontri, che nulla aggiungono o tolgono alla responsabilità del comandante, perché in quest’amara, tragica vicenda di certo c’è il naufragio della nave, le cui cause sono ben note. Una certa stizza si prova leggendo la stampa americana che definisce codardo il comandante italiano dimenticando di osservare che il pacchetto di maggioranza è detenuto dal Gruppo americano Carnival Corporation & Pic al quale vanno imputate una serie di leggerezze di cui deve rispondere: la scelta del Comandante, la selezione del personale, i sistemi di sicurezza, la mancanza di un elenco passeggeri negli uffici delle Società e per ultimo la condivisione della prassi dell’inchino all’isola del Giglio ripetutamente osservata anche con il consenso di una parte della Guardia Costiera, ivi compreso “il capitano eroe”, o chi per lui, assurto agli onori della cronaca. In atto siamo solo all’inizio di una difficile istruttoria che col tempo approderà a responsabilità certe, Per il momento “navighiamo a vista”. Anche noi, però come il comandante che accusiamo di abbandono, abbiano lasciato il timone dell’ obiettività, la logica, la serenità, arenandoci sulle secche di pregiudizi, dichiarazioni affrettate, approssimative e /o discordanti. Una vicenda che finisce di essere esclusivamente marinara per diventare sola e unicamente una vicenda "all’italiana”. Pubblicata su La Sicilia il 21.01.2012. Saro Pafumi

Nessun commento: