domenica 1 gennaio 2012
Arrivarono tutti, puntuali, uno dopo l'altro.
Un giorno gli storici lo scriveranno. Arrivarono tutti, puntuali, uno dopo l’altro: il governo Monti, le tasse, il blocco delle pensioni. lo spread, le calamità. A partorirli fu la crisi della politica. E per il popolo fu carestia, peste e avversità. Fu reintrodotta l’Ici che come peste si diffuse rapidamente contagiando contrade, sciare, torrenti. Anche i cimiteri non furono risparmiati. Nessun palmo di terra fu esente, né quello che dava da mangiare, né quello che cannibalizzava la pensione dei contadini. A memoria d’uomo non si ricorda flagello più devastante, se si escludono le dieci piaghe d’Egitto. Il banditore di turno, a qualsiasi ora del giorno e della notte, preceduto da tre rulli di tamburo, scandiva inesorabile: “Ciascuno deve pagare secondo la sua capacità contributiva. Chi evade sarà crocefisso, se non riuscirà a portare in tempo le sue sostanze all’estero”. Anche la Corte Costituzionale contribuì a diffondere terrore e sgomento, statuendo che “la capacità contributiva non presuppone necessariamente l’esistenza di un reddito”. Scomparvero d’un tratto intere categorie. La prima a essere spazzata fu quella dei contadini, seguirono gli artigiani, stessa sorte toccò ai commercianti. Resistettero i malavitosi, gli evasori impenitenti, i politici, le caste privilegiate. Sopraggiunsero le privazioni e la contrazione dei consumi, i carburanti furono equiparati all’oro, il denaro contante fu bandito. Chi circolava con denaro lo nascondeva tra le pieghe della giacca, nella fodera del cappello o dentro le scarpe. Anche le rapine assunsero nuovi modi. Si denudavano le persone in cerca di contanti. Molti fuggirono all’estero, altri preferirono la morte, chi non trovò il coraggio, fu ricercato dalle banche o dal fisco. I pochi che rimasero, per sopravvivere, ricorsero al baratto: un litro d’olio per tre di vino; mezza giornata di fatica per un chilo di pane; Le nascite crollarono. Poi una riforma prima sconosciuta apparve: le liberalizzazioni. Crebbero a dismisura il volantinaggio, i baratti porta a porta, la libertà di culto, le orazioni nelle chiese, la cassa integrazione, il lavoro nero. Gli adepti della setta degli evasori riscoprirono le catacombe. “Più che il disamore poté la fame” a far aumentare i divorzi, si leggeva nelle cronache del tempo. Anche le stagioni mutarono. Il freddo raggelò persone e cose. Un giorno lo spread, il germe da cui era partito tutto, invase i Palazzi, infierì su gli stessi organi del governo. Nessuno si salvò. Un tiepido, timido raggio di sole bucò le nuvole. Saro Pafumi
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