Quando ho appreso che l’incarico di formare il nuovo governo era stato dato al prof. Monti qualche perplessità, a dire il vero m’è sorta, non per disistima verso il personaggio, ma perché ho sempre dato credito al vecchio proverbio: “ Ognuno faccia il proprio mestiere”. Affermo questo con cognizione di causa, perché tutte le volte che ho avuto a che fare con professori, li ho trovati, con le dovute eccezioni, nella vita pratica una vera frana. Questo aneddoto conferma il mio assunto. Un professore che nel suo campo era considerato, a ragione, “un padreterno” una sera lo trovai che cenava a luce di candela, non per ragioni romantiche, ma perché la lampada sulla tavola era spenta. “ Da giorni”, ebbe a precisarmi. “ Gran duol mi prese al cor quando lo’ntesi. Dimmi maestro mio, hai provato lumera a cambiar?” gli chiesi. “ No”, fu la risposta sua”. O tu ch’onori scienza e arte, perché non discerni quel ch’io dico? Poscia che mutata ebbi la lumera, gran luce vidi attorno a noi venire”. In parole povere c’era la lampada fulminata e nessuno della famiglia aveva pensato a questa probabilità. Chi ha le redini in mano del Governo o formula le leggi, professore o scienziato che sia, dovrebbe avere la modestia di riconoscere la propria “ignoranza” in determinati settori della vita pratica che talvolta si traduce in una montagna di sciocchezze legislative come il decreto sulle liberalizzazioni che, di fatto, nulla ha liberalizzato. Del resto c’era d’aspettarselo. L’ideologia politica dell’Italia è autorevolmente riassunta, ieri, da Tomasi di Lampedusa, oggi dal Prof. Monti. “ Senza vento l’aria sarebbe uno stagno putrido, ma anche le ventate risanatrici (leggi: liberalizzazioni) trascinano con sé tante porcherie” E più oltre : “ Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. Dopo sarà diverso, ma peggiore.” Sembrano parole scritte oggi. A ricordarcele è la politica del Prof. Monti.
Linguaglossa 095/647245. Grazie. Saro Pafumi
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