martedì 15 marzo 2011

La bicicletta a Tokio

Cose dell’altro mondo, verrebbe da dire, anche se il Giappone, con merito, fa parte di questo mondo.
Una linguaglossese, che lavora a Tokio, ogni mattina sale sulla bicicletta e percorrendo circa sei km raggiunge la stazione dove il treno la conduce sul posto di lavoro.
Com’è consuetudine in quel Paese si parcheggia la bicicletta negli appositi stalli , non curandosi di bloccala, come solitamente avviene dalle nostre parti.
Il recente terremoto che ha investito Tokio ha interrotto per alcune ore la circolazione dei mezzi pubblici, costringendo i cittadini, numerosi, ad acquistare una bicicletta per assicurarsi la mobilità. In una contingenza come questa, la giovane linguaglossese, ragionando all’italiana, era convinta di non trovare la bicicletta nel parcheggio incustodito, nella convinzione che, dato il trambusto, chiunque se ne sarebbe appropriato. La bicicletta, tra le duemila ritirate dai legittimi proprietari, era rimasta incredibilmente e saldamente al suo posto.
Cose dell’altro mondo, verrebbe da dire, ma in Giappone è la normalità.
E in Italia? Sarebbero scomparse tutte le duemila biciclette, anche senza tsunami.
Pubblicata su La Sicilia il 16.03.2011
Saro Pafumi

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