Non vorrei passare come chi rompe le uova nel paniere degli altri, anche se in qualche caso mi è toccato di farlo, ma quanto accade sull’Etna Nord la domenica è il caso di segnalarlo. In questo versante, come si sa, manca di tutto, persino i più elementari servizi. I pochi operatori turistici sono costretti, pertanto, ad operare tra mille difficoltà raccogliendo solo le briciole di un turismo svogliato e passeggero. Durante la settimana il versante è poco frequentato, per cui agli operatori non resta che attendere la domenica per rifarsi, quando ciò è possibile, delle spese e dei sacrifici che giornalmente affrontano.
Avviene, però, che nelle festività fanno la loro comparsa i paninari ambulanti che depauperando con la loro presenza le legittime attese degli operatori a posto fisso. condividono i magri guadagni che il turismo domenicale e festivo apporta.
Non discuto sulla legittimità del loro operare, giacché le licenze consentono questo tipo di vendita, ma sarebbe il caso che qualche autorità verificasse le condizioni igieniche dei mezzi, le distanze da osservare, lo smaltimento dei rifiuti e le modalità di vendita.
Le due attività, con posto fisso ed ambulante, presentano, infatti, evidenti disparità. La prima durante la settimana, come qualche operatore, con felice espressione dialettale dice, si limita a “ cogghiri l’ogghiu supra u maccu” e paga la tasa sui rifiuti, mentre la seconda ( paninaro) approfitta delle festività per intascare guadagni non proporzionati rispetto ai sacrifici affrontati.
Il problema va affrontato nell’interesse degli operatori che sull’Etna consentono giornalmente un minimo d’ospitalità, i quali chiedono se c’è qualcuno disposto ad affrontare il problema.
Pubblicato su La Sicilia il 25.03.2011
Saro Pafumi
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