Quando la natura parla.
Arrivarono
tutti, puntuali, uno dopo l’altro; la pioggia, i fulmini, i tuoni. Il cielo si
oscurò e si riempì di nubi che rovesciarono sulla terra, arsa dal sole e dalla
siccità, secchiate d’acqua piovana, come le cascate del Niagara. Nessun palmo
della terra fu risparmiato e gli alberi furono lieti di tanto diluvio. Quando l’impeto della natura si fermò, per
consentire alla terra di riprendere fiato, dal suolo si sprigionò un caldo
fumoso vapore, liberando un inebriante profumo di terra bagnata dopo tanto
soffrire. I rami degli alberi sembravano braccia protese al cielo per
ringraziarlo per le ferite lenite. Il sole riprese la sua corsa col suo bianco
accecante, privo di nuvole. Le foglie degli alberi, dolcemente rinfrancati, distillarono
fresche gocce, che lacrime erano di gioia e di emozione per quell’inatteso
rinfresco sperato e gradito. Le margheritine, sollevato il capo chino dal peso
della calura, intonarono soavi cori amorosi, che s’intrecciavamo col festoso cinguettio
degli uccelli, or liberi di svolazzare con le loro vesti colorate. Tutta la
natura parlava e noi ad ascoltare quella sinfonia, che di Dio aveva la voce.
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