L’avviso
di garanzia. Da gogna, a sfida.
L’avviso di garanzia”
è l'atto con il quale il Pubblico Ministero informa l'indagato e la persona
offesa, del compimento di un atto d’indagine…..”(art.369 C.P.P.).Un principio
che va a braccetto con la presunzione d'innocenza, secondo la
quale un imputato non è considerato colpevole, sino a che non sia provato
il contrario, nei suoi tre gradi di giudizio. I principi testé esposti sono
chiari, eppure nella realtà avviene che un avviso di garanzia sia considerato,
ipso facto, indizio di colpevolezza, con la gogna mediatica che ne deriva. Da
che cosa nasce questa malevola interpretazione di un principio così chiaro? Prima
di tutto dalla religione, secondo la quale siano tutti peccatori, e da
peccatori, a colpevoli, il passo è breve. Ma è la natura umana che ci fornisce
la spiegazione: la predisposizione dell’animo all’aticofilia e al sadismo, di
cui è affetta tutta l’umanità, inadatta a confrontarsi con le proprie
insicurezze e paure: un impulso innato, dolce come il miele, che i media
diffondono ed esaltano, con la loro ‘pornografia del dolore’.Incapaci di ricavare appagamento dalla nostra vita, lo ricerchiamo nei
patimenti dell’altro, Come uscirne? Prima
di tutto parificando l’attuale disparità tra pubblica accusa e difesa, specie
in ordine alla custodia preventiva,che va neutralizzata tutte le volte che la
difesa offra gli arresti domiciliari, privilegiandoli sulla prima. Pensando, poi, che su quell’avviso di
garanzia, inteso come ‘sfida’ tra pubblica accusa e difesa, ci può essere scritto
il nostro nome. Tra le poche certezze che abbiamo, dobbiamo sapere che la ruota
della vita gira per tutti e quel benvenuto o malaugurato ‘avviso di garanzia’,
a seconda i punti di vista, spunterà, prima o poi, per ognuno di noi, come la
gramigna in mezzo a un campo di grano. Basta aspettare. Pubblicata oggi
20.04.2024 su La Sicilia.
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