L’intelligenza artificiale e i pericoli
per la società.
La società sta
ritornando, poco alla volta al passato. Dal matrimonio, alla famiglia, dalla
religione, alla politica, persino nel modo di cibarci. Una subdola forma di
fondamentalismo socioculturale post-moderno. Non esiste più alcuna teoria
esatta, all’infuori della propria, ritenuta la più giusta e la migliore, con la
conseguenza che non sappiamo più cosa sia bene o male e i problemi continuano a
rimanere irrisolti. Ecco, perciò, che si ricorre all’intelligenza artificiale
nell’illusoria convinzione di avere una risposta. Un ritorno al passato, come
quando si faceva ricorso all’oracolo: una forma di divinazione presso vari
popoli antichi, consistente “in un responso fornito dalla divinità, a una
domanda relativa a cose ignote del presente, del passato o del futuro o anche
alla giusta maniera di agire in determinate circostanze”, attraverso parole proferite
da una figura umana direttamente ispirata dal dio. Oggi quelle stesse risposte
si cercano nell’intelligenza artificiale, attraverso statistiche, esperienze, algoritmi,
con cui si possono cercare e trovare un’infinità d’informazioni su svariati
argomenti. Purtroppo è forte la tentazione di usar quest’intelligenza per scopi
non consoni, come nel campo comportamentale e/o morale, col pericolo di rendere
il libero pensiero, sempre più schiavo di questi artifizi innaturali, con ciò
sovvertendo gli insegnamenti provenienti dalla nostra formazione classica,
dovuta ai grandi filosofi del passato, nel valutare in modo pertinente, critico ed efficace le problematiche che emergono dalla
vita quotidiana. Rompere questo sottile diaframma che separa l’intelligenza
artificiale dal nostro senso critico è il maggior pericolo che corre la società
di oggi, sempre più indotta a delegare ad altri la soluzione dei nostri
problemi, col risultato d’intorpidire, se non addirittura spegnere, le nostre facoltà
intellettive. Pubblicata su La Sicilia Oggi 07.04.2024
.
Nessun commento:
Posta un commento