Da qualche tempo ho acquisito l’abitudine di leggere la corrispondenza raccomandata che mi perviene dall’Agenzia delle Entrate, standomene comodamente seduto sul water. Intanto, perchè tra cartelle pazze, avvisi di pagamento per imposte vecchie di vent’anni, avvisi di mora, ingiunzioni e accertamenti, che definire cervellotici è dir poco, un attacco di dissenteria è la conseguenza più normale che possa capitare. Ma il posto si presta meglio per concentrarsi, riflettere ed interpretare la corrispondenza, che quasi mai è comprensibile da un comune mortale.
In genere la corrispondenza inizia con una serie di scelte che in concreto si manifestano impraticabili, finendo col costringere il contribuente a recarsi personalmente, così come facevano i nostri nonni prima e i nostri padri dopo, all’Ufficio delle Entrate secondo una prassi che difficilmente tenderà a scomparire, non ostante le avveniristiche scoperte tecnologiche.
Ho l’impressione che il compito di elaborare i testi da spedire al contribuente è affidato al vincitore del concorso che ha redatto il testo più incomprensibile.
Al riguardo è il caso di ricordare l’aneddoto di quel giovane avvocato che, vinto il concorso, fu comandato di prendere servizio al Ministero per gli affari legislativi. Ivi giunto fu incaricato di esaminare il testo di una legge da emanare, per verificare se necessitasse di qualche aggiustamento.
Il giovane avvocato, esaminato il testo, confuso e imbarazzato si presentò al capo ufficio confessando di non avere capito nulla del testo esaminato.
“ Se questo è il risultato”, concluse il dirigente, “la legge è perfetta”.
. Saro Pafumi
Nessun commento:
Posta un commento