martedì 22 giugno 2010

Intercettazioni, cambiare tutto per non cambiare nulla


L’aver visto su La Sicilia del 19.06, pg. 2 una foto del presidente del senato Schifani costretto a mettersi una mano davanti alla bocca, per evitare che sia interpretato, attraverso il labiale, il contenuto della conversazione. induce allo sconcerto e a fare una riflessione. “Costringere” una persona, chiunque essa sia, ad imbavagliarsi per difendere la propria privacy è il segno più emblematico che manca qualcosa di fondamentale: la libertà di parlare. Il colmo si raggiunge quando il contenuto della conversazione, carpita con frode, si pubblica o si mette in onda a prescindere dalla valenza del suo contenuto. In questi casi, il fine di chi pubblica o mette in onda simile notizie non è informare, ma sollecitare la curiosità morbosa di chi legge o ascolta.
Da più parti s’invoca la libertà di stampa, come diritto sancito dalla Costituzione, ma nello stesso tempo si dimentica che tale diritto trova il suo limite nel rispetto della libertà degli atri. La foto è un esempio.
E’ quanto sta accadendo in questi giorni nelle aule parlamentari, tra proteste e proposte di modifica della legge sulle intercettazioni. In questo tira e molla vicendevole il risultato, come spesso avviene, ci sarà propinato in salsa italiana: cambiare tutto, per non cambiare niente.
Pubblicato su La Sicilia il 22.06.2010
Saro Pafumi

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