Lguaglossa come molti altri paesi è sottoposta al vincolo della Sovrintendenza ai beni culturali. L’esigenza nasce dal particolare pregio del territorio che per non subire deturpamenti e/o danni ambientali, ogni iniziativa che riguarda il territorio va preventivamente esaminata dall’organo di Vigilanza. Sul piano teorico la tutela è o dovrebbe essere motivo d’orgoglio per un paese che ha saputo, potuto o dovuto salvaguardarsi dall’assalto edilizio e/o dallo scempio paesaggistico purtroppo perpetrato in altri paesi etnei. La tutela, però, com’è ovvio, comporta limiti e prescrizioni che comprimono fortemente ogni iniziativa. Che sia un bene, che sia un male? Ai posteri l’ardua sentenza.
Noi cittadini desidereremmo, però, che questa tutela, comportasse sul piano pratico anche benefici, almeno in tema d’immagine. Non sarebbe il, caso, per esempio, che questi centri sottoposti a tutela ambientale fossero annoverati in uno speciale albo meritorio, motivandone le ragioni, in modo da avere un ritorno d’immagine?
Una croce, come dire, al merito. Come i reduci o altri personaggi orgogliosi di mostrare il petto gloriosamente ornato di medaglie al valore.
Si vive anche d’immagine, che, in certi casi, vale più della sostanza.
Pubblicato 26.02.2010 Saro pafumi
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