lunedì 1 febbraio 2010

inaugurazione o.....commemorazione anno giudiziario


pubblicato 01.02.2010
L’inaugurazione dell’anno giudiziario mi ha indotto a cercare sul dizionario il significato esatto del termine “inaugurazione”, che riporto: “cerimonia con cui si festeggia l’inizio di un’attività o l’entrata in funzione di un qualcosa”. Mi pare che con l’attuale situazione in cui versa la giustizia italiana non ci sia nulla da “iniziare”, nulla da “festeggiare” né tanto da meno niente da fare “entrare in funzione”. Sarebbe più logico che si parlasse di “commemorazione”.
Siamo alle solite: dati statistici e contestazioni. Un noioso clichè che puntualmente si ripete ogni anno, da troppi anni. Con una novità per l’anno in corso: l’abbandono da parte dei magistrati delle aule dove si svolgeva la “commemorazione”, per denunziare non solo i contrasti tra politica e magistratura, ma più di tutto il degrado in cui versa la giustizia. Più che l’abbandono della “commemorazione” da parte dei magistrati mi sarei aspettato, per protesta contro il potere politico, la messa al bando delle toghe “rosse” e “nere”, così da presentarsi ai cittadini “nudi” come loro dinanzi alla legge o da parte delle frange più estremiste persino l’occupazione dei tetti dei palazzi di giustizia. Come quella messa in atto dagli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. I primi per difendere il diritto di amministrare giustizia, i secondi per difendere il pane quotidiano, che, ammetto non è la stessa cosa. La giustizia si può attendere, il pane un pò meno. E così i magistrati, in fila indiana, solenni e dignitosi, con la Costituzione in mano, hanno abbandonato le sedie. Quella Costituzione che da quando è stata emanata nessuno ha mai potuto modificare, salvo la parte in cui dispone che il processo deve avere una ragionevole durata, che, forse, in qualche copia della Costituzione stretta in nano manca.
Saro Pafumi

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